Sabato 5 gennaio cominciano i saldi anche nell’Alto Vicentino, ma le aspettative di Ascom di Thiene e Schio non si distaccano con quelle di Ascom nazionale: ‘Saranno saldi sottotono – dicono i presidenti mandamentali – , in linea con le vendite di tutto l’anno’.

 

Emanuele Cattelan e Guido Xoccato non hanno dubbi al riguardo e secondo loro, con i saldi si lavora sempre, ma non si recupera ciò che si è perduto.

‘Si era già capito da novembre – ha spiegato Emanuele Cattelan, presidente Ascom di Thiene– che la stagione non avrebbe dato grandi soddisfazioni, infatti il calo del 15-20%, soprattutto nei settori di abbigliamento, calzature e accessori è stato confermato. Le vendite natalizie sono state sottotono, non tanto per i pezzi venduti ma per il valore medio degli scontrini. In pochi – ha concluso – hanno rinunciato a fare i regali, ma in molti hanno abbassato il budget della spesa’.

I saldi si aspettano sempre con piacere insomma, sia da parte dei commercianti che di chi vuole alleggerire il portafoglio usando il buon senso.Peccato però che il nuovo anno preannunci una spesa pro-capite decisamente più bassa di quella già non brillante degli ultimi anni.

 

‘Se vogliamo dirla tutta – ha sottolineato Guido Xoccato, presidente Ascom di Schio – questi saldi saranno anche influenzati dalle preoccupazioni per il nuovo governo. Ci saranno a breve le elezioni e la gente si chiede che cosa succederà. Per quanto riguarda il commercio – ha concluso – i saldi sono uno sfogo necessario, ma se i consumi rimangono a questi livelli molti negozi faticheranno a tenere aperto, con ovvie ricadute su produzione, posti di lavoro, cassa integrazione e chi più ne ha più metta’.

La caduta libera del mercato sembra quindi non rallentare nemmeno davanti alla possibilità di acquistare a prezzi decisamente favorevoli. I saldi che un tempo iniziavano con sconti dal 10-20%, negli ultimi anni partono spesso già dal 50%, per evitare perdite di tempo e andare dritti al sodo: svuotare i magazzini di ciò che non sarà attuale nei mesi successivi.Ma i saldi fino a pochi anni fa servivano anche per acquistare il superfluo, il pezzo sfizioso o per farsi il regalo che a prezzo intero sarebbe sembrato un’esagerazione. Oggi l’acquirente medio usa la testa e spende prevalentemente per necessità, soprattutto privilegiando la qualità dei prodotti.

‘E’ importante cominciare a misurarsi con i livelli attuali di spesa – ha spiegato Emanuele Cattelan – perché il mercato non può più assorbire i livelli di produzione e vendita che prendeva anni fa. Produttori e commercianti devono tarare i prezzi sulle reali capacità di spesa dei consumatori e chi non lo fa è fuori mercato. La nicchia alta – ha concluso – esiste, ma è una piccola porzione che non crea il consumo reale. Il mercato al quale tutti devono fare riferimento è quello che genera il consumo’.

Anna Bianchini

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