Diminuisce, nel corso degli ultimi 4 anni, il numero complessivo di medici del Servizio sanitario nazionale (Ssn) che esercita la libera professione intramuraria (Alpi): in particolare, il numero di medici che esercita l’intramoenia è passato da 59.000 unità relative all’anno 2012, pari al 48% del totale dei medici, a 51.430 unità nel 2016, pari al 43,3% del totale Dirigenti medici del Ssn, con un decremento di 7.570 unità di personale pari a circa 13 punti percentuali di diminuzione nell’intero periodo considerato.
Il dato emerge dall’ultima Relazione al Parlamento del ministero della Salute sullo stato di attuazione dell’esercizio dell’attività libero-professionale intramuraria. La Relazione, pubblicata sul sito del ministero, è stata trasmessa al Parlamento lo scorso 21 gennaio.

Nel 2016, dunque, nel Ssn il 47,3% dei Dirigenti medici, a tempo determinato e indeterminato con rapporto esclusivo, esercita la libera professione intramuraria (pari al 43,5% del totale Dirigenti medici) ma l’analisi dei dati, sottolinea la Relazione, “conferma anche quest’anno un’estrema variabilità del fenomeno tra le Regioni, sia in termini generali di esercizio dell’attività libero professionale intramoenia, sia in termini specifici di tipologia di svolgimento della stessa con punte che superano quota 56% nelle Regioni Marche (63%), Liguria (59%), Lazio (57%) e nella Provincia Autonoma di Trento (60%).

Viceversa, il rapporto tra medici che esercitano l’intramoenia sul totale dei medici in esclusività, tocca valori minimi in Regioni come Sardegna (28%), Sicilia (34%), Calabria (35%), Umbria (36%) e nella Provincia Autonoma di Bolzano (16%)”. In generale, al di sotto della media nazionale si collocano gran parte delle Regioni meridionali ed insulari. Come per gli altri anni si conferma anche per il 2016 che la visita ginecologica risulta essere la prestazione ambulatoriale più erogata in ALPI, seguita dalla visita cardiologica e da quella ortopedica. Per quanto riguarda i ricavi per le aziende, nel 2016 hanno raggiunto 1,120 miliardi contro 1,118 miliardi del 2015. Ai medici sono andati 881 milioni (nel 2015 erano 890) mentre alle aziende sono andati 238 milioni (228 nel 2015), confermando dunque un trend di crescita.

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