(Fonte Quotidiano nazionale)Dopo le conseguenze pesanti della pandemia sulla crescita salariale nella zona euro, la Banca centrale europea torna a essere ottimista. Le proiezioni dell’ultimo mese del 2022 indicano che gli stipendi “registreranno tassi di crescita ben superiori alle medie storiche”, si legge nell’ultimo bollettino mensile. Si spera in una ripresa anche in Italia, ma le aspettative vanno formate alla luce dei dati europei e delle serie storiche. Vediamo se l’erba del vicino è davvero più verde, e dove si posiziona l’Italia in un contesto internazionale.

L'andamento del salario medio annuale in Italia, 1990-2020 (Openpolis su dati Ocse)Quanto si guadagna in Europa

In generale, in pole per i salari medi annuali (ottenuti dividendo la massa salariale nazionale per il numero di lavoratori nell’economia totale, moltiplicato poi per il rapporto tra ore settimanali di lavoro per i lavoratori a tempo pieno e ore settimanali di tutti i lavoratori) troviamo i paesi dell’Europa nord-occidentale come Lussemburgo, Paesi Bassi, Belgio o Danimarca. È quanto emerge da un’elaborazione di Openpolis su dati Ocse, che sottolinea anche come la parte bassa delle classifiche è solitamente occupata dagli Stati Ue dell’Europa centrale, come Slovacchia e Ungheria, e dell’Europa meridionale, come Grecia e Portogallo.

Probabilmente non sarà una grande sorpresa per nessuno scoprire che il paese dove i cittadini portano più soldi a casa in Europa, in base ai dati Ocse riferiti all’anno 2020, è il Lussemburgo: i lavoratori di questa piccola nazione guadagnano in media 65,8 mila dollari all’anno. Come riporta Openpolis, questo è il doppio di quello che prende un cittadino greco, e il triplo nel caso di un cittadino slovacco.

Per capire meglio l’eterogeneità salariale sul territorio europeo è opportuno guardare non solo la retribuzione media annuale, ma anche il suo andamento nel tempo. Infatti, i dati degli ultimi 30 anni dipingono un quadro preoccupante: in tutti i paesi europei Ocse si è registrato un aumento del salario medio annuale tra il 1990 e il 2020, tranne in Italia. Il nostro paese registra una diminuzione del 2,9% in tre decenni, mentre nei paesi baltici gli stipendi sono quasi triplicati. Certo, si tratta di stati dove i salari medi annuali all’inizio degli anni 90 erano molto bassi rispetto a quelli degli altri paesi europei, ma la crescita è impressionante lo stesso: ad esempio la Lituania, da una retribuzione media annuale di 8mila dollari nel 1995, è passata a 32mila nel 2020, segnando un aumento del 276,3%.

I salari in Europa

La retribuzione di medici, insegnanti e operai

Intanto è interessante osservare come la retribuzione di tre figure chiave in qualsiasi economia – medici, insegnanti, e operai – cambia da paese a paese. Prendiamo quattro stati Ue: Spagna, Francia, Germania e Italia. Dando una prima occhiata al grafico è chiaro che le differenze sono quasi minime tra Italia e Spagna, e sono ancora piuttosto contenute tra il Belpaese e Francia.

Ma è difficile non notare la differenza abissale tra lo stipendio degli insegnanti in Germania e in tutti gli altri paesi. Un educatore tedesco guadagna più del doppio rispetto a una sua pari italiana, e non solo. In Germania e, francamente, in gran parte dei paesi Ocse, nel corso degli anni la retribuzione degli insegnanti cresce di più e anche più velocemente, emerge da un rapporto pubblicato dall’Osservatorio CPI. È importante notare, inoltre, come in Germania lo stipendio degli insegnanti rispetto a quello dei lavoratori con livello di istruzione simile è pressoché uguale. In Italia, il salario degli insegnanti è molto meno competitivo rispetto ad altre professioni: un educatore guadagna solo il 70% di quello che prende un altro lavoratore con una laurea magistrale.
Compensi lordi mensili di medici, insegnanti e operai

Per quanto riguarda la retribuzione dei medici, ancora una volta l’Italia non è fra i primi né in Europa, né tra questi quattro paesi. La stima Ocse, in base a dati riferiti all’anno 2020, indica che a parità di potere d’acquisto i camici bianchi italiani prendono il 70% in meno rispetto ai colleghi tedeschi a base annua. Simili, ma comunque più alti, invece, gli stipendi spagnoli.

L’unica categoria professionale un po’ più ‘competitiva’ in questo contesto, secondo quanto emerge dai dati, è quella degli operai. I compensi dei ‘colletti blu’ italiani sorpassano quelli spagnoli, ma rimangono comunque lontani dai colleghi francesi o tedeschi. È curioso il confronto, inoltre, tra operai e insegnati italiani: i primi godono di un compenso lordo mensile mediamente più alto. Un dato che sottolinea soprattutto quanto non siano competitivi i salari degli insegnanti, né a livello nazionale né in ambito internazionale.

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