Addio agli assegni famigliari e alle detrazioni per i figli a carico. Dal 2022 partirà la rivoluzione che stravolgerà il peso delle buste paga di tutte le famiglie italiane.

Lo scorso 18 novembre il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legislativo che istituisce l’assegno unico e universale, un beneficio economico che sarà percepito mensilmente dalle famiglie a seconda del proprio ISEE, in sostituzione delle detrazioni e degli assegni famigliari.

Il primo effetto tangibile di questi cambiamenti sarà proprio un visibile dimagrimento della propria busta paga. Tuttavia, per le famiglie con ISEE fino a 25mila euro, il reddito totale non dovrebbe cambiare, almeno all’inizio. È stata infatti approvata una clausola, detta di invarianza, che farà in modo di contenere la perdita di benefici delle famiglie, ma che durerà solo per i primi tre anni e sarà a tutela decrescente.

L’assegno unico sarà riconosciuto ai nuclei familiari per ogni figlio minorenne a carico, fin dal settimo mese di gravidanza, e verrà accreditato direttamente sul conto corrente delle famiglie.

Tutte le famiglie con ISEE superiore ai 25.000 euro, invece, già da marzo cominceranno a sentire gli effetti della dietetica “novità”.

Gli importi premiano infatti le famiglie numerose e con gli ISEE più bassi. Una famiglia con ISEE fino a 15.000 euro, che fotografa la situazione di metà delle famiglie italiane, percepirà 175 euro al mese per il primo e secondo figlio, e 260 dal terzo in poi.

Il beneficio diminuisce all’aumentare del reddito, fino alla soglia Isee di 40mila euro. A quel punto, chi possiede un indicatore economico pari o superiore a quella cifra, percepirà un assegno di 50 euro al mese o di 65 dal terzo figlio.

L’assegno spetterà a chi paga le imposte sul reddito in Italia, che sia residente in Italia da almeno due anni, anche non continuativi, o titolare di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata almeno pari a sei mesi.

Per i figli maggiorenni, l’assegno verrà riconosciuto solo fino al compimento dei 21 anni di età, a condizioni che studi, che sia disoccupato, che svolga il servizio civile, o – se già lavora – non percepisca un reddito superiore agli 8.000 euro.

Sono previsti assegni maggiorati per le giovani madri di età inferiore a 21 anni, e per i nuclei familiari con quattro o più figli. Per i figli disabili l’assegno, oltre che maggiorato, non incontra limiti di età.

L’istanza per ottenere l’assegno unico può essere presentata a partire dal 1° gennaio in modalità telematica, autonomamente attraverso il portale dell’INPS, o avvalendosi dei servizi di un patronato.

L’assegno decorrerà dal mese successivo a quello in cui viene presentata domanda. Se la domanda viene presentata entro il 30 giugno spetteranno anche gli arretrati. Per le nuove nascite la comunicazione va fatta entro 120 giorni dal lieto evento.

Nessuna delucidazione è stata data, invece, per chi ha la suocera a carico.

Ad maiora!

F.C.

 

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