Dopo l’annuncio dello scorso inverno, è stato notificato al Consiglio regionale del Veneto il ricorso di Giancarlo Galan per riottenere il vitalizio. L’ex presidente della Regione, assistito dall’avvocato Maurizio Paniz, non percepisce l’assegno mensile dal giugno 2016: da allora, l’intero importo viene trattenuto e versato all’Agenzia delle Entrate, come stabilito in seguito al patteggiamento per corruzione nel processo Mose.
Il caso segue il precedente dell’ex assessore regionale Renato Chisso, anch’egli difeso da Paniz, che dal maggio 2024 è tornato a ricevere il vitalizio, grazie a un’interpretazione più favorevole della normativa.
Nel ricorso, Paniz sostiene che «oggi il vitalizio ha natura previdenziale» e che quindi «non può essere totalmente sottratto al beneficiario». Secondo questa linea, il vitalizio deve essere trattato alla stregua di una pensione, della quale non si può disporre l’intera confisca.
Il legale ha anche presentato i calcoli esatti della somma eventualmente pignorabile. L’importo netto mensile del vitalizio ammonta a 3.825,84 euro. Secondo la normativa, è pignorabile solo la parte che eccede i 1.000 euro, ovvero 2.825,84 euro. Di questa somma, può essere trattenuto un quinto: 565,16 euro. È quanto Galan chiede venga riconosciuto: che solo questa quota possa essere destinata all’Agenzia delle Entrate, mentre il resto gli venga restituito.
L’udienza sul caso è prevista per il prossimo mese.
Fonte Il Gazzettino
“Galan chiede il vitalizio: “È un mio diritto. Ormai vivo da indigente”
