Circa 300 miliardi di euro degli italiani sarebbero all’estero e sarebbero investiti tra conti, yacht, aerei e case. Ne sono convinti gli analisti di Ener2Crowd.com, la piattaforma ed app per gli investimenti green che contano 180 miliardi di euro fermi nelle banche e 20 usati per comprare immobili oltre confine. “Una somma grande all’incirca quanto i fondi del Pnrr a cui l’Italia affida il rilancio dell’economia nazionale, che purtroppo non cresce ormai da decenni”, dice Niccolò Sovico, ceo e co-fondatore di Ener2Crowd.com. Insomma, aggiunge “una ricchezza sottratta al nostro sistema imprenditoriale ed al nostro mercato dei capitali che, se fosse impiegata in Italia, rappresenterebbe un volano per lo sviluppo della nostra economia nazionale”. Cifre che “se venissero impiegati a favore della finanza alternativa e degli investimenti utili all’ambiente porterebbero non solo ad una importante crescita-Paese ma anche a benefici ambientali stimabili in una riduzione delle emissioni di CO2 fino anche a 3,5 tonnellate procapite (contro le attuali 5,5 tonnellate) , consentendoci di raggiungere in un paio di anni gli obiettivi globali di emissioni procapite al 2050” aggiunge Giorgio Mottironi, cso e co-fondatore della società benefit Ener2Crowd, Chief Analyst del GreenVestingForum, nonché Special Assistant to the Secretary-General for Environmental and Scientific Affairs dell’Organizzazione Mondiale per le Relazioni Internazionali. Come viene utilizzato questo denaro? Secondo il Global Tax Evasion Report 2024 curato dall’EuTax Observatory -gruppo di ricerca della Paris School of Economics guidato dall’economista Gabriel Zucman- circa 180 miliardi di euro sono stati depositati nelle banche, in parte come liquidità disponibile sui conti correnti ma anche investiti in depositi amministrati destinati ad attività finanziarie sui mercati azionari ed obbligazionari o in fondi di investimento.

Secondo il Rapporto 2024, del denaro che gli italiani hanno bancarizzato all’estero, il 45,5% è stato depositato in Svizzera (82,6 miliardi), il 33,8% in aree fiscali protette all’interno dell’Unione Europea (61,5 miliardi), il 14,6% in Asia (26,6 miliardi) ed il 6% nelle aree offshore delle Americhe (11 miliardi). “Poi però ci sono anche 20 miliardi di euro che sono invece stati destinati all’acquisto di immobili, soprattutto in Costa Azzurra (8 miliardi) e nelle grandi capitali europee come Parigi (4 miliardi) e Londra (3 miliardi), oppure a Dubai (1 miliardo) e -in misura minore- in Sudamerica e in altri Paesi”, rileva Mottironi. Che poi ricorda gli investimenti “in opere d’arte, oro, gioielli, diamanti e pietre preziose, ma anche auto di lusso, yacht e jet privati, vini pregiati che porterebbero il totale del valore dei capitali detenuti dagli italiani nei paradisi fiscali su livelli notevolmente più alti, pari almeno ad altri 100 miliardi di euro”. Questi denari, per gli esperti sarebbero poi da sommare agli 83 miliardi di euro annuali, tra tasse e contributi non versati, messi in rilievo dall’ultimo aggiornamento della Relazione annuale sull’evasione e sull’economia non osservata allegata alla Nadef resa pubblica questo mese sul portale del Dipartimento delle Finanze. Intanto in Italia spesso il denaro è fermo conti correnti o depositi a scarso rendimento, per un ammontare che secondo le stime di Ener2Crowd.com è oggi pari a circa 2.000 miliardi di euro. “Investendo anche solo l’1% di questi fondi nella finanza partecipativa green, si potrebbero ridistribuire in 20 anni 40 miliardi di euro al 77% più povero della popolazione, mentre -se non investito- il denaro rischia di risultare eroso dall’inflazione”, avverte ancora Mottironi.

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