Domenica scorsa la Regina Elisabetta ha parlato al popolo inglese per la quinta volta negli ultimi 65 anni. Il suo discorso è stato breve, solo cinque minuti, ma le sue parole sono state pesanti come macigni, preoccupate ma piene di speranza.

Il nostro Giuseppi ha parlato cinque volte nelle ultime due settimane. Volendo fare una sicuramente irrispettosa proporzione, quante parole di Giuseppi ci vogliono per pesarne una della regina?

Vi chiederete, perché mi pongo questa domanda, ma la risposta è semplice.

Avrete tutti sentito parlare delle roboanti dichiarazioni del premier di qualche giorno fa, quando annunciava un “bazooka da 400 miliardi”, che per Repubblica diventavano “750 miliardi” – beh, Repubblica -, mentre Ansa richiamava le più belle parole pronunciate dal nostro premier: “è potenza di fuoco!”. Correte tutti in banca a chiedere le vostre 25.000 euro, al mio via scatenate l’inferno!

Veniva quindi annunciato con gran fanfara il Decreto subito ribattezzato “liquidità”. Ma parliamo di soldi veri o gireranno quelli del Monopoli? Arriveranno soldi veri alle imprese o stiamo parlando dei soliti paperdollari al sicuro nel deposito del vecchio zio?

Fin da subito Giuseppi si tradisce: 400 miliardi a costo zero. Azz, va bene che siamo in periodo pasquale, ma qua parliamo di moltiplicazione dei pani e dei pesci! Cosa succede quindi?

Succede che siamo alla solita carnevalata. In realtà sono stati stanziati due o tre miliardi di euro per garantire prestiti dalle banche alle aziende, e fare da leva. Come ho sempre fatto non vi parlerò certamente di note tecniche, anche se devo confessarvi che il decreto sembra scritto da un ragazzino di ragioneria primo anno, dove la nota integrativa al bilancio diventa la “nota informativa”, manco stessimo parlando delle istruzioni del minipimer.

Voglio invece parlarvi, se avete un’azienda o una partita iva, di quello che succede nella realtà.

Innanzitutto, i famosi 25.000 euro promessi a tutti, NON sono e non potranno essere a breve disponibili. La disposizione rimane infatti in attesa che venga approvata della Commissione europea. Se chiamate quindi in banca, nessuno potrà dare seguito alle richieste, né avranno risposte da darvi.

25.000 euro non è l’importo massimo del finanziamento che vale per tutti! Tale limite è subordinato ad un ulteriore limite pari al 25% del fatturato. Quindi, se ad esempio nel 2019 avete fatturato 50.000 euro, potrete richiedere al massimo 12.500 euro.

Il finanziamento potrà essere restituito in 72 mesi, e la prima rata non potrà essere richiesta prima di 24 mesi. Sappiate però che i 24 mesi sono ricompresi nei 72, e non si sommano. In pratica il PRESTITO dovrà poi essere restituito in 48 mesi, a partire dal secondo anno.

Troverete scritto su riviste e giornali che il finanziamento si ottiene automaticamente, gratuitamente e senza valutazione. Anche questo NON È ASSOLUTAMENTE VERO. La banca è incaricata di controllare il possesso dei requisiti e, non essendoci restrizioni di sorta, come ha già avuto modo di affermare Patuelli, presidente dell’ABI, l’istruttoria verrà fatta, anche per i prestiti sotto i 25mila euro, e tutto verrà controllato, quindi i soliti rating ed eventuali pregresse inadempienze.

Non c’è nessun divieto di finanziare vecchie esposizioni; anche la relazione conferma che si può fare. Aspettatevi quindi che le banche accettino di buon grado la vostra richiesta, proponendovi però di rifinanziare mutui e finanziamenti già erogati. Di conseguenza non girerà liquidità, ma tutto si trasformerà in una ulteriore garanzia di prestiti già erogati.

Certamente assisteremo alla creazione di un collo di bottiglia presso le banche, come già successo con l’inps per le 600 euro. Ogni filiale, dove lavorano al massimo 4 o 5 persone, si vedrà sommergere da migliaia di richieste (anticipo CIG dei dipendenti, moratorie sui mutui del decreto cura Italia, istruttorie sulle nuove richieste, ecc…). Per cui aspettatevi tempi lunghi di attesa per l’evasione delle vostre pratiche.

Sarà ancora più facile che – come sempre – vedremo le banche dare i soldi a chi ne avrà meno bisogno.

Dal punto di vista professionale, posso invitarvi solo a ponderare con la massima cautela la possibilità di contrarre nuovi debiti per finanziare una perdita economica derivata dal blocco dell’attività. La scienza economica insegna che finanziare il capitale circolante, e dunque i debiti correnti, con un debito a medio/lungo termine, non è mai una buona idea, ma è solo l’anticamera della crisi d’impresa.

Potrebbe essere invece una buona idea ristrutturare debiti già esistenti, sostituendo un debito con un altro debito meglio garantito e magari per questo motivo con tassi di interesse più favorevoli.

Non vi parlo dei prestiti sopra i 25.000 euro, in quanto là entreremmo nel più spettrale girone infernale della burocrazia, e sapete quanto vi voglio bene.

Si presenta ancora peggio la situazione per quanto riguarda la situazione PAGAMENTI E SCADENZE, sottaciuta in conferenza stampa e coperta dal fragore degli altri roboanti annunci.

Sarà anche stavolta un breve rinvio, non per tutti, ma solo per chi ha subito una diminuzione del fatturato di almeno il 33 per cento nel mese precedente alla scadenza, se rapportato all’anno precedente, e valido solo per le scadenze di aprile e maggio e solo per ritenute, iva e contributi.

Ciò significa che al tuo consulente toccherà fare per ogni cliente una valutazione mese su mese per verificare come procedere; il virus della burocrazia continua a tormentare il nostro paese.

Ma vi lascio con l’ultima chicca: Il Decreto non ha toccato la scadenza del 31/5 (che scivola all’1 giugno) relativa alle scadenze di marzo già prorogate. Per cui alla fine del mese prossimo toccherà a tutti passare per la cassa e versare iva, ritenute e contributi scaduti il 16 marzo.

Buona Pasqua a tutti!

Un’ultima nota, perché so che siete in tanti che mi chiedete e che ci tenete a conoscere le sorti dell’imposta di bollo. Anche stavolta non se ne sono dimenticati: se i versamenti di questo mese saranno inferiori ai 250 euro pare possano essere effettuati insieme ai bolli del secondo trimestre alla prossima scadenza. E questo fa tirare a tutti un sospiro di sollievo!

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