“Ci risiamo. Possibile che la Lessinia trentina sia divisa dalla Lessinia veronese come se vi fosse un confine di Stato? Chi ha i pascoli in territorio trentino ma l’azienda di qua del confine non può beneficiare dell’indennità compensativa né dal Veneto e né tanto meno dalla Provincia Autonoma di Trento. La delibera di apertura dell’indennità compensativa per gli agricoltori delle zone montane del trentino impedisce di fatto alle aziende venete di beneficiare dell’aiuto per superamento del carico di superficie foraggera (4 UBA/ettaro). È solo un ingiusto sistema di calcolo che discrimina le imprese montane venete, in quanto conteggia tutti i capi presenti nell’azienda veneta, ma rapportandoli alla sola superficie foraggera ricadente nel territorio trentino, sebbene pascolino anche in Veneto. Con questo criterio le aziende venete superano fittiziamente il parametro e vengono ingiustamente escluse dall’indennità”. A darne notizia il consigliere regionale del Gruppo Misto, Stefano Valdegamberi.

“Faccio appello agli Assessori e ai funzionari di entrambe le regioni affinché si attivino per superare questo ingiusto impedimento formale, ricordando che Veneto e Trentino fanno entrambe parte dell’Italia. E’ inaccettabile che ciò accada in zone dove l’allevamento è reso ancor più difficile dalla presenza dei grandi predatori che quotidianamente attaccano il bestiame e che chi pascola non possa usufruire dei suoi giusti diritti. Se nei calcoli si considerano tutti i capi presenti in azienda, – spiega il consigliere – bisogna quindi considerare anche tutte le superfici foraggere montane che sono utilizzate da quella azienda. Anche se presenti in comuni non limitrofi al Trentino come Velo Veronese, Roverè Veronese, Badia Calavena, San Mauro di Saline, ecc. che comunque sono facilmente individuabili nel fascicolo aziendale e nelle pubbliche banche dati. Nel passato il problema fu risolto grazie all’intervento del Veneto che ha fatto da supplenza per i pascoli di confine in territorio Trentino. Diversamente assisteremo ad una ingiusta discriminazione che porterà all’abbandono di diverse malghe della Lessinia trentina con ricadute su tutto l’ecosistema montano”, conclude Valdegamberi.

 

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