È stato sconcertante scoprire come, ancora una volta, il mondo delle celebrità e del business sfiori l’assurdo, a discapito di chi, in buona fede, crede di fare del bene. La vicenda del “Pandoro Pink Christmas” e delle uova di Pasqua Dolci Preziosi torna alla ribalta e fa indignare : una donna di 76 anni, residente in Campania e devota alla Chiesa, ha scoperto con amarezza che i suoi soldi, spesi convinta di sostenere un’iniziativa benefica, non sono mai stati destinati a nessun progetto solidale.

Eppure, mentre la truffa sembra evidente, si sta profilando un “accordo” economico ridicolo: 500 euro di risarcimento, a fronte di anni di delusione e di inganno. La donna, assistita dagli avvocati Giulia Cenciarelli e Mario Di Salvia, sarebbe pronta a ritirare la costituzione di parte civile, chiudendo la questione in maniera sorprendentemente leggera rispetto alla gravità del danno morale e al raggiro subito.

Il tutto mentre Chiara Ferragni, come sempre, nega ogni responsabilità. Ma resta il fatto che, dietro la facciata glamour, ci sono cittadini truffati, ingannati da una campagna che si presentava come benefica e solidale. È legittimo chiedersi: quanto vale davvero la buona fede dei cittadini comuni quando di mezzo ci sono brand e influencer miliardari?

L’udienza del 4 novembre davanti al giudice Ilio Mannucci Pacini della terza sezione penale di Milano segnerà un punto cruciale, ma il rischio che tutto si risolva con una manciata di euro resta alto. Intanto, le associazioni dei consumatori attendono di vedere se la giustizia riuscirà a dare una risposta concreta o se ancora una volta la tutela dei più deboli sarà sacrificata sull’altare della notorietà e del profitto.

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