Entro l’11 dicembre tutte le società di capitali dovranno comunicare i loro titolari effettivi al nuovo registro istituito presso le camere di commercio.

Se l’obiettivo è nobile, in quanto si pone nell’ambito della lotta al riciclaggio e in direzione della trasparenza delle attività economiche, lo strumento utilizzato, come spesso accade, non è il migliore e si presta a parecchi elementi di incertezza.

Nella pratica, infatti, questa comunicazione non è altro che un (ulteriore) adempimento burocratico che viene posto a carico delle aziende, e di cui si poteva fare benissimo a meno.

Oltre che complicato l’adempimento, ogni azienda dovrà pagare un “obolo” di 30 euro che sarà uguale per tutti, dalla multinazionale alla più piccola delle srl semplificate, e lo dovrà fare non solo per la prima iscrizione o per le successive variazioni della titolarità, ma addirittura di anno in anno dovrà rifare la pratica e ripagare l’obolo, anche solo per confermare i dati già trasmessi.

A pensar male si fa peccato, ma – considerato che le società interessate dal nuovo obbligo saranno circa 1,3/1,4 milioni – sembra più una manovrina destinata a finanziare il “carrozzone” delle Camere di commercio, che da questo scherzo si vedranno arrivare in tasca circa 40/50 milioni di euro all’anno.

Inoltre, se le aziende meglio strutturate per adempiere possono contare su un proprio ufficio amministrativo, le piccole realtà, con ulteriore aggravio di spese, dovranno incaricare un professionista che predisponga la cervellotica comunicazione e la invii in camera di commercio per loro conto.

Altra singolarità, poi, la si rileva in materia di riservatezza dei dati (la privacy, per gli amanti degli anglicismi).

Le società, infatti, si vedono costrette a rivelare un dato sensibile, che spesse volte, per motivi prettamente strategici, economici, o di mercato, hanno interesse a mantenere segreto.

Il tutto a fronte di un adempimento che di fatto non apporta nessun vantaggio all’imprenditore e all’azienda.

Considerate le sanzioni, stranamente basse – vanno infatti da un minimo di 103 euro a un massimo di 1032 euro -, fatti quattro conti forse conviene quasi quasi non farla!

Ad maiora!

F.C.

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