Altro che “finché morte non ci separi”. A Treviso, un matrimonio lungo decenni si è trasformato in un vero e proprio ring domestico, culminato con l’uso del braccialetto elettronico… ma non per lui. Protagonisti, un uomo di 69 anni e la moglie, 67, oggi sotto processo con l’accusa di maltrattamenti e lesioni aggravate. A denunciarla è stato proprio il marito, stanco di vivere in un clima da trincea, tra urla, pugni, morsi e lanci di oggetti.

Il culmine si sarebbe raggiunto nel novembre 2024, quando – secondo l’accusa – la donna lo avrebbe colpito alla testa con un attizzatoio in metallo e poi rincorso con un bicchiere, fratturandogli il naso. Risultato: pronto soccorso e sette giorni di prognosi.

La donna si è giustificata raccontando una vita segnata dal dolore per la perdita di un figlio e da un rapporto logorato dall’alcol. Ma per la Procura, quel dolore si è trasformato in violenza.

Nonostante il divieto di avvicinamento e il braccialetto elettronico, il marito ha riferito di averla incrociata più volte: al cimitero (forse non proprio per un pellegrinaggio di pace) e altrove. Tanto che il giudice ha pensato di proporre una soluzione definitiva: il divieto di dimora in Veneto.

Quando si dice amore eterno… ma con distanza di sicurezza.

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