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Agricoltori veneti: “Servono 10mila lavoratori”. Raccolti a rischio

Solo nei lavori in campagna al Veneto servono per la prossima raccolta altri 10mila lavoratori in più dei flussi di stagionali previsti per la Regione.

La Cia segnala infatti che Il click day di stamane ha fatto registrare la massima copertura consentita.

“Ma nella nostra regione – dice il presidente di Cia Veneto, Gianmichele Passarini – servono almeno altri 10mila lavoratori per l’ormai imminente avvio delle campagne di raccolta. Tradizionalmente provengono dall’est Europa e vengono impiegati negli appezzamenti agricoli per raccogliere fragole, lattuga, cicorie, coste, piselli e, in generale, le colture in serra”. Tutte operazioni, viene precisato, che vanno compiute rigorosamente a mano, non esistono dei macchinari ad hoc. “Le quote messe a disposizione dal Governo non sono sufficienti – aggiunge Passarini – . Il rischio è che gli imprenditori agricoli si trovino senza manodopera nei campi fra un paio di settimane, nel periodo clou”.

Immigrazione clandestina, 5 arresti e 78 indagati

E proprio nel giorno in cui si aprono i flussi per far accedere in Italia lavoratori stranieri in maniera regolare, è stata resa nota un’ampia operazione che ha interessato diverse province del Veneto e anche dell’Emilia Romagna e che ha fatto emergere il fenomeno, purtroppo ancora molto diffuso, del ricorso a manodopera clandestina.

Nel dettaglio sono state eseguite cinque misure cautelari dalla Squadra mobile padovana, nell’ambito di un’inchiesta della procura di Padova che ha portato alla luce un’associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. L’operazione che si è conclusa con due persone in carcere, una agli arresti domiciliari e due misure interdittive, ha impegnato gli agenti nelle province di Padova e Rovigo. Tra le persone coinvolte soggette alle misure cautelari, tutti italiani ed anche due professionisti. Nell’indagine sono indagate altre 78 persone, 77 dei quali stranieri, a vantaggio dei quali sono state presentate, in cambio di denaro, numerose richieste di rilascio di permessi di soggiorno per motivi di lavoro (in quota decreto flussi 2020) sulla base di false assunzioni in diverse aziende fittizie dislocate tra le province di Venezia, Rovigo e Ferrara. L’associazione criminale ha agito, dal 2020 ad oggi, anche nelle province di PadovaVicenza, Treviso, Parma, Ravenna e Rimini.