Una vicenda che mette al centro non solo il rispetto per gli animali, ma anche quello per i luoghi e le persone, riaprendo un dibattito sempre attuale sul limite tra libertà individuale e senso civico.

A Verona, nella parrocchia di San Nicolò, dietro l’Arena, è esploso un caso che divide opinione pubblica e attivisti: il parroco ha deciso di vietare l’accesso ai cani all’interno della chiesa, affiggendo cartelli in italiano e inglese. La scelta ha fatto infuriare il movimento Centopercentoanimalisti, che ha inscenato un blitz sul sagrato esponendo uno striscione con la scritta: «I cani sono angeli. San Francesco docet».

A spiegare le motivazioni è il parroco, monsignor Ezio Falavegna, teologo e docente, che chiarisce sulle pagine de Il Corriere del Veneto : “Non si tratta di un rifiuto ideologico verso gli animali, ma di un gesto di necessità. Purtroppo alcune persone, pur sapendo di trovarsi in un luogo sacro, compiono gesti inaccettabili: cani che bevono dall’acquasantiera, che scorazzano vicino all’altare o lasciano deiezioni sul pavimento storico”.

Il divieto riguarda solo San Nicolò: in altre parrocchie gestite dallo stesso sacerdote gli animali sono ancora ammessi, soprattutto se accompagnano persone con disabilità. “Il problema – precisa Falavegna – non sono gli animali, ma il comportamento di alcuni padroni che non mostrano il minimo rispetto per il contesto”.

Sui social, gli animalisti accusano il parroco di mancanza di sensibilità. Ma per monsignor Falavegna, “sostenere i diritti degli animali è giusto, ma non può giustificare la maleducazione. La chiesa non è una piazza”.

di Redazione AltovicentinOnline

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