Ogni giorno postano sui social foto e video per mettere in allerta turisti e concittadini sul rischio di vedersi sfilare via il portafoglio dalle tasche o il cellulare dalla tasca dello zaino. Si fanno chiamare “Cittadini non distratti”, come il nome del gruppo Fb utilizzato per segnalare i furti dei borseggiatori nel centro di Venezia su cui si possono visionare decine di filmati e immagini in cui i ‘presunti’ pickpocket stanno puntando possibili vittime. Ma ora i “bersagli” si sono vendicati presentando una formale denuncia contro i paladini delle calli: quelle immagini e video potrebbero infatti diventare le prove che attestano lo stalkeraggio compiuto nei loro confronti. Secondo quanto riportato dai quotidiani locali, alcuni borseggiatori che quotidianamente circolano nel centro di Venezia hanno infatti infatti denunciato alcuni membri del gruppo per averli fermati senza alcun titolo e per averli filmati.
La notizia ha scatenato la reazione del governatore del Veneto, Luca Zaia: “È assurdo- è il suo commento- che siano proprio i borseggiatori a sentirsi legittimati a denunciare i cittadini che, richiamando l’attenzione e pur rischiando in prima persona, cercano di documentare e segnalare il malaffare. Siamo al capovolgimento della realtà: la vergogna non può essere di chi difende Venezia, bensì dei delinquenti che la sfruttano per rubare e rapinare. Non accetto questo ennesimo gesto di spregio da parte delle bande di pickpocket”.
PIUTTOSTO “GRAZIE AI CITTADINI CHE DOCUMENTANO E SEGNALANO I BORSEGGIATORI ALLE FORZE DELL’ORDINE”
“Lo ribadisco- sottolinea Zaia- non si tratta di giustizialismo, ma di protezione dell’identità, dell’immagine e dell’onorabilità della nostra città e del nostro territorio. Venezia non può essere raccontata come un luogo pericoloso e il Veneto non può tollerare atteggiamenti di impunità ormai diventati cronici. Grazie dunque ai cittadini che, con senso civico, documentano gli atteggiamenti dei borseggiatori e li segnalano alle Forze dell’Ordine tra calli, vaporetti e campi del capoluogo lagunare. Se i cittadini, i gondolieri e molti commercianti sono ridotti a fare video e rincorrere ladri e rapinatori, è perché le leggi di questo Paese non li mandano in galera: altrimenti i borseggiatori non ci sarebbero più”.
“NON É MICROCRIMINALITÀ MA EMERGENZA VERA E PROPRIA”
Polizia, Carabinieri, Polizia locale e tutte le Forze dell’Ordine, “da sempre impegnate sul campo, meritano il nostro plauso. Stanno fronteggiando una situazione che definire emergenza è poco: non siamo davanti a microcriminalità, ma a vere e proprie organizzazioni ben strutturate, in grado di incassare fino a 2-3 mila euro al giorno. Gli arresti e le denunce -molti riguardanti minorenni- evidenziano la complessità del problema: interventi utili ma non sufficienti”.
In questo contesto, insiste allora Zaia, “diventa urgente agire con strumenti innovativi e concreti, non limitandosi alla sola indignazione. Ecco perché ho proposto l’introduzione del braccialetto elettronico per i borseggiatori recidivi, magari abbinato a un Daspo urbano che impedisca il ritorno in aree sensibili come San Marco, Piazzale Roma e gli imbarcaderi. Se necessario- ribadisce quindi- siamo anche disposti a finanziare l’acquisto dei dispositivi, perché la sicurezza dei cittadini e dei turisti viene prima di tutto”.
