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La pioggia non ferma la tradizione del bocolo. La leggenda dell’amore che va oltre la morte

I veneziani hanno rinnovato oggi – nella giornata che coincide con la Festa della Liberazione e del patrono San Marco – l’antica tradizione del ”bocolo”, cioe’ il bocciolo viene offerto a tutte le donne, madri, mogli o fidanzate da chi vuole bene loro.

Nel centro storico, ma anche in terraferma, le fiorerie ed i chioschi all’aperto hanno lavorato a gran ritmo per tutta la mattinata per accontentare mariti e fidanzati che si ”dovevano” presentare dalla propria amata con in mano il tradizionale bocciolo.

In Piazza San Marco a Venezia è tornata la spettacolare performance, in parte rovinata dalla pioggia, che ha visto decine di volontari darsi appuntamento per ‘costruire’ un bocolo gigante con 850 metri quadrati di petali rossi e 150 metri quadrati di verde per riprodurre bocciolo e gambo visibile dall’alto del campanile e dai ballatoi della Basilica.
Proprio a San Marco alza bandiera lungo i pili cinquecentesci e in Basilica messa solenne officiata dal Patrirca Francesco Moraglia. Per la città la Big Vocal Orchestra, un gruppo di oltre 200 coristi, è andata nei luoghi simbolo della storia locale portando la propria voce.
La leggenda del bocolo fa rivivere, nella gioia, una triste storia che vede protagonista un giovane non nobile, Tancredi, e una nobile giovanetta Vulcania, innamorati l’uno dell’altra ma impossibilitati a sposarsi per il veto della famiglia di lei. Al giovane, secondo la tradizione, non resta che cercare fortuna con la flotta veneziana nel tentativo di acquisire ricchezza e fama. Un destino avverso pero’ lo porta alla morte in battaglia, nei pressi di un cespuglio di rose. Un fiore, macchiato del suo sangue verra’ portata in dono, a testimonianza dell’estremo sacrificio per amore, alla giovane veneziana che vinta dal dolore morira’ a sua volta con il bocciolo tra le braccia.
(ANSA).