Il telefonino può essere una droga e i genitori appaiono sempre più fragili quando devono imporre delle regole.

Sta avendo risonanza nazionale per la bontà degli intenti l’associazione veneta “Famiglie in connessione”, che nasce con un patto fra 50 famiglie: niente cellulari ai figli, almeno fino ai primi anni di scuola media.

Ma come si fa a dire no al cellulare ai ragazzi  di oggi? “Chiariamo una cosa: il digitale fa parte della comunità e non vogliamo negare questo“, ha dichiarato al Corriere del Veneto Alex Fagro, uno dei genitori dell’associazione bellunese- . Ma ci sono diversi modi di usarlo e molto spesso i genitori che vorrebbero limitarne l’uso ai figli difficilmente ce la fanno da soli, di fronte ad un mondo che va in un’altra direzione. Abbiamo quindi deciso di attivare una rete di famiglie che condividono l’idea dell’introduzione graduale delle tecnologie ai ragazzi. Negare il telefonino di per sé è un problema, ma se i nostri figli si sentono meno soli diventa meno difficile anche per loro“, aggiunge.

Per noi avere dei piccoli gruppetti sarebbe già un successo – continua Fagro – in questo momento il 95% degli studenti lo usa e ce l’ha. Se alcuni compagni di scuola o di attività sportiva fossero nella stessa situazione dei nostri figli vorrebbe già dire molto”. Ecco allora che l’associazione si è data delle regole, un patto vero e proprio basato su 5 punti: promuovere l’educazione digitale, far accedere ai propri figli solo a contenuti adatti alla loro età, consegnare uno smartphone non prima della seconda media, utilizzare i dispositivi elettronici in modo condiviso fino a 14 anni e infine stabilire e condividere regole di impiego, ad esempio non dopo cena e non a letto la sera.

Una iniziativa che ha già ricevuto il plauso di molti educatori che vuole scoraggiare una piaga sociale che molti genitori stanno sottovalutando: la dipendenza dai cellulari e non solo di molti ragazzini, addirittura bambini che già a 10 anni vivono incollati alla tecnologia, che con certe dosi può diventare seriamente dannosa.

Sul tema  l’assessore regionale all’Istruzione Elena Donazzan ha dichiarato : “Il tema dei telefonini e della intelligenza artificiale sarà centrale. Il telefonino è uno strumento sbagliato nei ragazzini proprio perché li isola , li condiziona, li invade con messaggi spesso sbagliati e negativi per loro“.

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