Per alcune ore Tribano, quattromila abitanti in provincia di Padova è stato il Comune per distacco con la maggiore affluenza al referendum, doppiando anche i più virtuosi borghi toscani con un 81% dei votanti sul totale degli aventi diritto.
Ma si è trattato di un errore, che è comparso per qualche tempo anche sul portale Eligendo del Ministero dell’Interno e di cui rimane una testimonianza in qualche screenshot.
“Mi avrebbe reso orgoglioso un dato del genere – spiega Massimo Cavazzana, architetto e imprenditore alla guida del Comune dal 2019 – Io mi reputo l’ultimo dei democristiani e un risultato del genere mi avrebbe fatto tornare indietro alla mia gioventù, quando con lo Scudo crociato in Veneto, Padova era capofila, con punte di oltre il 90% ai referendum sulla preferenza unica”.
Ricordi che affondano nei primi anni ’90 quelli del sindaco Cavazzana, che è andato a votare: “Ho segnato 5 volte il NO su altrettante schede – spiega – e credo che con i 400 milioni di euro che abbiamo speso come Paese si sarebbe potuto fare qualcosa di meglio”.
Secondo le indagini informali del sindaco, il “guasto” nelle trascrizioni dei verbali si sarebbe originato nel seggio 4, con un’impennata nei votanti a causa di uno zero in più. Magagna di cui si sono accorti già dopo poche ore dallo spoglio in Prefettura, mandando una nota esplicativa al Viminale che ha fatto tornare Tribano nella media della provincia padovana, tra il 25 e il 30%. “Peccato, sarebbe stato bello – conclude Cavazzana – avremmo fatto scuola. Sarà per la prossima volta, anche se spero che il prossimo referendum non abbia il quorum”.
