È un 25enne residente a Chioggia, affetto da una patologia psichiatrica certificata, l’ indiziato dell’aggressione avvenuta nei giorni scorsi a Sottomarina. La vittima, una turista tedesca di origini polacche, è stata accoltellata mentre portava a spasso il cane Lucky. L’uomo, fermato poche ore dopo, è attualmente ricoverato in ospedale per accertamenti E’ il terzo caso nel giro di due settimane in Veneto (quelli riportati dalle cronache, ma chissà quanti non sono noti). Il primo è quello che ha avuto come vittima il dg dell’Ulss 7 Carlo Bramezza, preso a botte da uno sconosciuto senza motivi nel centro storico di Treviso, dove il manager di casa nostra stava passeggiando senza avere il minimo presagio di quella furia che lo stava per cogliere di sorpresa. E poi il professore di Bassano, accoltellato alle spalle per una sigaretta. Questi tre episodi hanno una cosa in comune sulle quale occorre soffermarsi, il disturbo psichico che cambia i fatti di cronaca alla loro radice, alla loro causa.
L’aggressione della turista, quella più recente, è avvenuta in strada: 15 coltellate, a zone vitali come il collo, che solo per pochi centimetri non sono state letali. Il sospetto indossava un casco e una felpa arancione, ma né l’arma né gli abiti sono stati ritrovati.. Decisive potrebbero rivelarsi alcune testimonianze oculari.
La turista, ricoverata in ospedale, ha ricevuto la visita dei gestori dell’alloggio dove soggiornava. Commosso anche il ricongiungimento con il cane Lucky, che era in vacanza con la vittima dell’aggressione, ritrovato spaventato nel giardino di una casa di riposo. Troppi episodi simili in Veneto, sollevano il dibattito su prevenzione e gestione dei casi psichiatrici. Il sindaco di Chioggia si è detto pronto ad attivare un trattamento sanitario obbligatorio, qualora vi siano i presupposti medici.
Non è solo un problema del Veneto e c’è molto sommerso
L’altro giorno, in una lunga intervista al quotidiano Il Giorno, Simona Silvestro, segretaria dell’Ordine degli Psicologi ed esperta di criminologia, ha dichiarato “I disturbi della condotta aumentano e le risorse della sanità sono insufficienti. Servono più professionisti sentinella nelle scuole e nei luoghi d’incontro”.
“C’è un sommerso molto importante rispetto ai dati, perché molti di questi ragazzi non vengono intercettati dai servizi deputati, e il loro disagio emerge solo attraverso azioni eclatanti, come la commissione di reati. Sono in crescita quelli che definiamo disturbi della condotta, caratterizzati da comportamenti aggressivi e dalla tendenza a infrangere norme e regole sociali. Si registra una crescita allarmante di ricoveri di giovani con situazioni cliniche complesse, che spesso combinano una diagnosi di tipo psichiatrico con l’assunzione di alcol o droghe”.
La situazione delle carceri con i malati psichiatrici
Da quando hanno chiuso gli O.P.G. (gli ospedali psichiatrici giudiziari) le carceri di tutta Italia si sono riempite di detenuti affetti da gravi problemi psichiatrici. Ormai in ogni carcere decine e decine di detenuti con gravi problemi psichiatrici vengono ospitati normalmente nelle sezioni detentive, e spesso sono ubicati nelle celle con altri detenuti che non hanno le stesse difficoltà. Ciò ha comportato problemi ben più gravi del sovraffollamento stesso, perché questi detenuti hanno bisogno di una particolare assistenza sanitaria, continua e professionale.
Invece, nella stragrande maggioranza dei casi, questi detenuti sono lasciati soli a se stessi, con infermieri che si fanno vedere solo per somministrare la terapia e con medici psichiatrici che, quando va bene, li visitano per qualche minuto al giorno. Di conseguenza, i poliziotti penitenziari, oltre ad essere costretti a gestire la sicurezza delle carceri in grave carenza di organico con un pesante sovraffollamento di detenuti (il Sappe lo denuncia da anni ) devono affrontare da soli queste persone fragili senza alcuna preparazione e senza alcun aiuto.
Così, negli ultimi anni, sono centinaia i poliziotti che sono stati aggrediti fisicamente da questi detenuti psichiatrici riportando ferite, sia fisiche che psicologiche, che non si rimargineranno più. Anche la POlizia Penitenziaria dice basta, puntando il dito, oltre che su una certa politica che ha voluto i manicomi giudiziari chiusi, anche nei confronti delle Regioni che, dopo il passaggio della sanità penitenziaria a quella pubblica, dovevano assumersi la responsabilità di gestire questi detenuti malati h24, così come avviene nei reparti ospedalieri specializzati. In realtà, chi è affetto da disturbi psichici ed ha commesso un reato, dovrebbero essere ospitato nelle Rems e curate, ma i posti sono pochi e così moltissimi pazienti finiscono nelle carceri normali, dove non ci sono figure professionali riabilitative.
di Redazione AltovicentinOnline
