Il decreto interministeriale entrato in vigore lo scorso 15 maggio ha disposto il “riallineamento delle accise”, prevedendo la riduzione dell’aliquota applicata alla benzina di 1,50 centesimi di euro per litro, e il contestuale aumento, per lo stesso importo, dell’accisa relativa al gasolio.
Ma quella che doveva essere una semplice partita di giro, ha subito scatenato il caos dei prezzi e le speculazioni dei furbetti della pompa.
Come denuncia il Codacons, infatti, i prezzi dei carburanti stanno subendo modifiche non omogenee, con un deciso aumento del gasolio ma ribassi minimi per la benzina.
“Crediamo che su tale anomalia la magistratura debba fare luce, per accertare se siano in atto speculazioni o manovre tese a mantenere artatamente elevati i prezzi della benzina alla pompa, con ripercussioni negative per milioni di automobilisti ingiustamente danneggiati”, dichiara il presidente Carlo Rienzi.
Così l’associazione si è mossa per vie legali, preparando un esposto da presentare a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia, affinché aprano indagini alla luce delle possibili fattispecie di truffa aggravata e aggiotaggio.
Per gli stessi motivi è scesa subito in campo anche la Guardia di Finanza, che per arginare le condotte illecite lesive della leale concorrenza, ha avviato un piano su scala nazionale, finalizzato a verificare il rispetto delle nuove previsioni normative, con il coinvolgimento degli oltre 660 Reparti operativi del Corpo e il costante supporto dei Reparti Speciali.
Le fiamme gialle dovranno rilevare eventuali elementi sintomatici di manovre distorsive della corretta dinamica di formazione dei prezzi, sviluppando attività volte a risalire la filiera commerciale, con lo scopo di individuare gli eventuali furbetti della pompa.
Fabrizio Carta
