La tv accende il senso della vista con programmi come Master Chef, lui vuole accenderli tutti insieme,  nella Villa, sulla quale ha investito per coronare la sua carriera, nata come barista e ora all’apice con quel tipo di ristorazione che sa coniugare innovazione e  tradizione.

32940209_10214023045321940_6611078236283600896_n (1)Villa Bassi è un gioiello incastonato nell’Alto Vicentino, una imponente location che grazie alla maestria di Gianfranco Zenari, chiuppanese di nascita, che con la moglie Marilena Cavedon ha dedicato un’intera vita alla ristorazione, rappresenta un gioiellino del nostro territorio.

Chi non se li ricorda all’Oasi Bar a Zanè, dove già negli anni ’80, spiegavano ai loro clienti, a costo di ‘fare baruffa’, la differenza tra il bere un bicchiere di vino pregiato e quello alla spina.

Già  allora,  le loro proposte erano ricercate, come hanno fatto per anni nella nota Villa Bodo di Sarcedo, nata come enoteca con cucina e piano piano, trasformata in un ristorante che hanno gestito per ben 14 anni.

 

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Quindi il salto di qualità con Villa Bassi di Zugliano, un piccolo paradiso a due passi da noi, dove Gianfranco continua a contagiare i suoi ospiti con la passione per la cucina raffinata, dove non

devono mancare i formaggi ed il vino buono. Prodotti che seleziona con il fiuto di un segugio.

Zenari, una vita dedicata alla ristorazione, come si è evoluta in tutti questi anni?

Il cliente è diventato più attento, con l’avvento di tutti i programmi televisivi, è come se mangiasse con gli occhi. Invece deve farlo con tutti i sensi, soprattutto con il gusto.

 

Vuol dire che l’impiattamento  non ha così tanta importanza?

Assolutamente no. I cuochi devono stare attenti alla presentazione del piatto. Anche l’occhio vuole la sua parte, ma non è quello che rende bravo chi cucina, che deve innanzitutto soddisfare il palato.

29512655_1474065722719382_1802981409412484973_nCosa vuol dire gestire una cucina?

Le scuole alberghiere sfornano delle figure che spesso, non hanno niente di professionale. La formazione conta, ma il vero cuoco deve averlo dentro quel quid che fa la differenza. Deve nascere con quello che poi, metterà dentro la sua cucina, al di là degli ingredienti, che mescola. E’ lì la vera arte. Sta lì la differenza. 

Cosa deve avere necessariamente un cuoco?
In una cucina c’è tensione. Una cosa è preparare uno o due piatti, altro è occuparsi di 30 coperti. Occorre organizzazione. E’ imprescindibile. Un cuoco deve sapere dove mette il sale, deve sapere dove trovare ogni cosa.

E’ un lavoro duro quello del cuoco?

Oltre alla passione, l’arte, l’organizzazione, serve spirito di sacrificio. Qui noi lavoriamo anche 15 ore al giorno, non è tutto semplice come si vede in tv. Non esistono feste e se non possiedi devozione per il lavoro, non puoi portare avanti un’attività economica come questa. La sera, si arriva distrutti e spesso, si raggiunge la notte con l’indomani mattina che è dietro l’angolo.

Come si resiste a tutto questo?

Io devo tutto a mia moglie. E’ lei la vera forza di Villa Bassi. Dietro ogni momento difficile superato c’è sempre stata lei così come ogni soddisfazione ricevuta.

Che locale è Villa Bassi?
Al di là del posto incantevole, è un ristorante per qualsiasi occasione. Dalla ricorrenza da festeggiare in grande stile, al compleanno del tuo bambino con i parenti stretti. E’ la location giusta per un pranzo o una cena di lavoro.
Si sa, le decisioni più importanti della vita, spesso si decidono a tavola. Noi lavoriamo molto con tavole aziendali e con imprenditori che lavorano in zona e scelgono Villa Bassi per una pausa.

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Questo vuol dire che è un ristorante piuttosto caro?

Assolutamente no, lo sforzo è proprio quello di rendere accessibile Villa Bassi, affinchè sia alla portata di ogni tasca, compresa quella dello studente, che vuole portare la fidanzatina a cena fuori per il loro anniversario.

E’ si un locale raffinato, ci teniamo a questo, ma la sfida è proprio quella di garantire qualità dei cibi, vini ricercati, contenendo i prezzi il più possibile.

di redazione AltoVicentinonline (foto di Tamara Zoroje)

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