“Non possiamo lasciare che i reparti di medicina interna degli ospedali si trasformino in strutture di assistenza sociosanitaria territoriale”. Lo sostiene il presidente della Fiaso, Giovanni Migliore, all’apertura del congresso nazionale della Fadoi – Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti, in corso a Rimini.

“Attualmente- spiega il presidente della Federazione delle aziende sanitarie e ospedaliere italiane, in un comunicato – tra i pronto soccorso e i reparti di medicina interna si crea il maggiore imbuto che allunga i tempi di attesa e aggrava le condizioni di assistenza dei pazienti bloccati in barella in mancanza di un posto letto. Spesso perché è difficile o impossibile assicurare dimissioni protette in centri territoriali o riabilitativi”.

“C’è poi un 30% degli accessi che non dovrebbero nemmeno arrivare in pronto soccorso ma essere presi in carico dalla sanità territoriale”, aggiunge Migliore. Come ha messo in luce l’indagine presentata oggi dalla Fadoi anche la riforma della sanità territoriale con l’istituzione delle Case di Comunità, potrebbe non essere risolutiva, spiegano nel comunicato. Il Pnrr ha destinato risorse importanti, è necessaria la formazione di nuovi professionisti, medici o infermieri specializzati con competenze avanzate, in grado di assicurare la continuità di cura necessaria ai pazienti fragili. “Le nostre aziende – conclude Migliore – stanno facendo uno sforzo straordinario anche per assicurare lo sviluppo di queste competenze. I corsi sono già partiti in molte regioni e le infrastrutture applicative presto saranno disponibili. Tutti noi abbiamo quindi la grande responsabilità di garantire un reale cambiamento del SSN, impegnandoci per un maggiore coordinamento degli interventi e per superare anacronistici atteggiamenti corporativi”.

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