“Nel breve periodo la soluzione migliore per dare una mano ai medici di famiglia è quella di sgravarli dal peso della burocrazia. La Regione finanzi l’assunzione di personale amministrativo che li possa affiancare, probabilmente aumenterebbe anche il numero dei professionisti disposto ad accettare un aumento di pazienti. Per questo presenterò una mozione in Consiglio regionale del Veneto”. Ad annunciarlo è la vicepresidente della Commissione Sanità a Palazzo Ferro Fini, consigliera regionale Anna Maria Bigon.

“Non passa giorno – aggiunge la consigliera – senza che dai territori parta un allarme sulla carenza di medici di base, con migliaia di persone ‘scoperte’. In Veneto sono previste 1878 uscite nei prossimi sette anni, con 597 ingressi, praticamente un terzo: la presa in carico e cura dei cittadini sarà ancor più problematica; è impensabile che tutto si possa risolvere come per magia con le Case di comunità, sulle cui tempistiche non abbiamo ancora certezze. Rischiamo di avere contenitori senza sufficiente contenuto”.

“La Regione dovrebbe aumentare, rendendo l’incremento strutturale, le borse di formazione per i nuovi medici di medicina generale, ma nell’immediato occorre agire anche sul fronte amministrativo. Gli ‘incartamenti’ occupano infatti gran parte del loro tempo: l’inserimento, dopo una breve formazione, di personale di supporto che si occupi delle pratiche burocratiche permetterebbe ai medici di dedicarsi esclusivamente della cura dei pazienti”, conclude Bigon.

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