In Veneto, mentre aumentano donazioni e trapianti di organi e tessuti, registra una  flessione il settore della donazione di sangue, fenomeno peraltro generalizzato in tutta Italia.

 

Alla vigilia della Giornata Mondiale del Donatore, che si terrà domani, 14 giugno, l’Avis regionale e l’Assessore alla Sanità della Regione lanciano un appello ai tanti cittadini che, con la donazione, possono dare nuova vita a tanti malati.

 

“Donatori e donazioni non bastano  – dice il Presidente di Avis Veneto Giorgio Brunello – e non crescono abbastanza le donazioni di sangue, i nuovi iscritti e i soci totali. Mi auguro – dice Brunello – che questa giornata non sia troppo amara per la nostra realtà veneta, specie con l’arrivo dell’estate, da sempre il periodo più critico per il settore trasfusionale”.

 

Avis, nell’occasione, rende noti alcuni dati in suo possesso: in Veneto, lo scorso anno, sono calate le donazioni di sangue Avis anche nelle province dove, di solito, si avevano i migliori risultati (come Treviso, Venezia, Rovigo e Verona). In totale, le donazioni di sangue intero da donatori avisini sono state 185.280, con un calo dello 0,96% rispetto all’anno precedente.

Non è andata affatto meglio per le donazioni di plasma, passate da 30.823 del 2016 a 27.920 del 2017, con un -9.42%.

 

“Siamo di fronte a una tendenza nazionale – dice l’Assessore alla Sanità della Regione – che va invertita con nuove azioni di sensibilizzazione. Pur in un momento di difficoltà i veneti spiccano comunque per la loro generosità, tanto che l’autosufficienza regionale in sangue ed emocomponenti è stata confermata sia nel 2017 che nei primi mesi del 2018, rispondendo quindi alla domanda per le numerose e complesse attività sanitarie svolte in Veneto. Anche se va sottolineato che, seppur di poco, calano le trasfusioni di emazie grazie ad una più puntuale verifica dell’appropriatezza terapeutica ed all’implementazione del Programma Patient Blood Management, attraverso il quale viene adottata una strategia a livello di Azienda sanitaria per ridurre i fattori di rischio trasfusionale ancor prima dell’eventuale trasfusione a seguito per esempio di un intervento chirurgico programmato”.

 

Secondo le rilevazioni Avis, quest’anno, al 30 aprile 2018, si è assistito ad una leggera ripresa: 58.250 donazioni di sangue intero rispetto alle 57.848 dei primi quattro mesi del 2017, con un più 0.69%.

 

La situazione è però diversa nelle varie province: Vicenza è in lieve calo, mentre Venezia è in ripresa, come Padova e Verona. Per Rovigo e Treviso la situazione non è cambiata e si conferma il decremento.

 

Questo mentre si assiste all’aumento delle donazioni di organi (anche grazie alla possibilità di esprimere la propria volontà a donare dopo la morte al rinnovo della carta d’identità) e di trapianti, che stanno facendo balzare il Veneto in cima alla classifica nazionale.

 

“Una situazione preoccupante – fa notare Brunello –  perché senza sangue entra in crisi l’intera sanità veneta, e con essa il delicato settore dei trapianti stessi. “Una preoccupazione che diventa ancora più alta, perché stanno calando i donatori – spiega Brunello – dal momento che i nostri soci invecchiano e i giovani donano poco. I nuovi iscritti, nel 2017, erano già un migliaio in meno rispetto all’anno precedente: 9.737 contro i 10.927.”.

 

Una tendenza che deve essere invertita. Le Avis, dalla regionale alle comunali, passando per le provinciali, ce la stanno mettendo tutta, anche con una presenza sempre più forte nelle scuole oltre con una miriade di iniziative diverse. Rinnovato anche il sito www.avisveneto.it e i social, per fornire più informazioni possibili su come diventare donatori.

 

Ad oggi, in Veneto, sono iscritti all’Avis regionale oltre 136mila soci-donatori. “Non bastano –ribatte Brunello – donare il sangue è un gesto semplice, ma fondamentale. Un gesto generosa salva vita, che non ha alcun paragone. Nella giornata dedicata al donatore, Avis rivolge un grazie immenso a chi già lo compie e un invito forte a pensarci per chi non lo ha ancora fatto”.

 

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