“La sanità non funziona senza infermieri” è lo slogan scelto dalla Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche  per la campagna di comunicazione lanciata in occasione del 12 maggio, data in cui in tutto il mondo si celebra la Giornata Internazionale dell’Infermiere.

Gli Ordini provinciali hanno organizzato sul  territorio decine e decine di iniziative anche per rinsaldare il loro rapporto con i cittadini: “Intendiamo comunicare correttamente ciò che siamo e che rappresentiamo nella realtà di tutti i giorni agli occhi dei cittadini: la migliore risposta a posizioni che ostacolano il cambiamento e che non tengono conto dei progressi intervenuti negli ultimi anni”, dichiara Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale Fnopi.

Le immagini raccolte nella campagna, pubblicate su tutti i canali a disposizione della Federazione (web e social), danno conto di numerose attività professionali che attualmente vedono gli infermieri protagonisti, anche in contesti insoliti, che vanno ben oltre il consueto scenario di ospedali e case di cura, spingendosi fino alla gestione di situazioni di massima emergenza o anche alle missioni militari all’estero. (Il video, davvero molto significativo è in fondo all’articolo).

Parità di diritti con la professione medica. Questo quanto vuole ribadire in occasione della giornata internazionale dell’infermiere, il sindacato Nursind.
“Pensiamo – dichiara il segretario nazionale Andrea Bottega – siano maturi i tempi per mettere sullo stesso piano tutte le professioni sanitarie in termini di diritti contrattuali. Così dopo il passaggio da collegio a ordine professionale avvenuto lo scorso anno con la legge 3/2018, riteniamo che si debba intervenire affinché anche le professioni sanitarie abbiano una sezione o area separata di contrattazione. I limiti della contrattazione di comparto si sono palesati con forti penalizzazioni proprio nei confronti delle professioni sanitarie e in particolar modo quelle infermieristiche.”

Due, per il Nursind, sono le situazioni che indicano il momento maturo di chiedere contrattazione separata e un’indennità di esclusività. “La prima interessa i lavori della commissione paritetica istituita presso l’Aran che tratta, tra l’altro, il nuovo assetto degli inquadramenti del personale con particolare riferimento alla carriera delle professioni sanitarie. In quest’ambito pensiamo debba trovare la valorizzazione dei percorsi universitari di laurea e post laurea, le leggi di autonomia e responsabilità professionale, gli obblighi formativi e assicurativi, e di iscrizione agli ordini professionali. In questi anni abbiamo assistito a una progressiva ‘forbice formativa’ senza che ciò abbia comportato una revisione della ‘forbice retributiva’. Oggi l’infermiere è un professionista laureato inquadrato come se fosse ancora diplomato. Per tali motivi Nursind chiede un’area o sezione separata di contrattazione.

La seconda situazione che ci sembra favorevole deriva dalle dichiarazioni del Senatore Sileri, Presidente della commissione igiene e sanità del Senato, in merito al riconoscimento della libera professione intramuraria per il personale infermieristico del comparto”.

“Nursind pertanto, si batterà – continua il segretario nazionale – per una modifica del sistema normativo per l’abolizione dell’esclusività di rapporto, per il riconoscimento della libera professione e per il riconoscimento dell’indennità di esclusività abolendo così l’attuale iniqua possibilità di solo supporto all’attività della libera professione medica, inaccettabile da un punto di vista professionale, contrattuale e retributivo. Naturalmente – conclude il Nursind – riteniamo che l’indennità di esclusività debba essere prevista dalla legge e finanziata contrattualmente con una proporzione non inferiore al 15% della retribuzione lorda.”

Il video che racchiude l’essenza dell’infermiere

 

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