La situazione della sanità ospedaliera è “senza precedenti”. Siamo arrivati ad un “punto di non ritorno”. Non usa giri di parole il segretario nazionale Anaao Assomed, Pierino Di Silverio, in una conferenza stampa per annunciare l’avvio di uno stato di mobilitazione permanente. Ogni giorno sette medici rassegnano le loro dimissioni, e a causa sia della carenza che dell’aggravamento della situazione generato dal Covid negli ultimi anni ci si trova in una situazione per la quale si rischia di non poter più garantire ai cittadini l’accesso alle cure.
A ciò si aggiunge la caduta del governo Draghi. Un atto di “grave irresponsabilità” della politica in una situazione come quella attuale. Per tutti questi motivi l’Anaao Assomed dal prossimo 10 settembre entrerà in una mobilitazione permanente insieme ad altre sigle sindacali. Una mobilitazione che durerà almeno fino all’insediamento del prossimo governo, per poi proseguire in maniera sempre più “forte e capillare”.
“I medici sono esausti e in numero non sufficiente per garantire risposte di salute a cittadini. È una condizione senza precedenti. Nonostante ciò la politica, con un atto di grave irresponsabilità, ha fatto cadere un governo con il quale cercavano di avere risposte alle svariate domande poste per la salvaguardia della dignità dei medici”, spiega Di Silverio.
Il segretario Anaao non esenta da critiche neanche l’attuale presidente del Consiglio dimissionario Mario Draghi: “Negli affari correnti il premier Draghi ha pensato bene di convocare le parti sociali dei lavoratori dimenticando che tra i lavoratori ci sono anche i medici, facendo così ripiombare nell’oblio politico quella classe di medici e dirigenti sanitari che era stata insignita di gagliardetti e medaglie appena pochi mesi fa per la lotta contro la pandemia”.
“Abbiamo fatto appelli e richieste per cercare di ottenere quella dignità di un lavoro ormai destrutturato e ridotto a cottimo senza però ottenere risposte. A seguito di questi appelli caduti nel vuoto da oggi inizia uno stato di mobilitazione permanente anche con altre organizzazioni sindacali. Non è una lotta di classe ma di categoria – spiega Di Silverio -. Non sarà una giornata di sciopero sindacale ma una mobilitazione permanente fino all’insediamento nuovo governo al quale non faremo sconti”. E questo perché continuando su questa via “l’emorragia dei medici dagli ospedali da naturale si trasformerà in patologica”.
La richiesta è quella di agire subito sulle condizioni di lavoro. “Il Covid, complice la gestione politica dello stesso, ha sottratto ai medici dignità professionale, tempo e quella passione per il proprio lavoro che si è ormai trasformato in incubo. I medici non vogliono stare più in ospedale perché le qui non esistono condizioni di lavoro normali. Non si può morire di lavoro mentre si erogano cure – tuona Di Silverio -. Riteniamo che non possiamo più attendere. Non possiamo attendere gli eventi e pretendiamo che i candidati a guidare il Paese abbiano idee chiare, trasparenti e programmi definiti per salvare un Sistema sanitario nazionale in completa disgregazione”.
Servono dunque fatti e non parole. “Non è più il momento dei colloqui. Siamo stati presi in giro senza ricevere risposte. Questo è il momento dei fatti. Siamo noi ora ad andare dalla politica e lo faremo con tutti gli elementi a nostra disposizione. Perché continuando così disgreghiamo il nostro sistema di cura pubblico e ne risentiranno tutti i cittadini. Al cittadino non potranno essere più erogate le cure di cui ha bisogno. Non ci stiamo più ad essere i soliti capri espiatori di una mancata organizzazione politica”, aggiunge il segretario Anaao.
La mobilitazione inizierà dunque il 10 settembre e arriverà fino al giorno di insediamento del prossimo governo per poi proseguire “in maniera sempre più forte e capillare”.
“Confidiamo nella capacità di comprendere che le cure sono di tutti e devono essere assicurate a tutti in un Paese che ha fatto del principio di democrazia e costituzione una delle basi principali della sua esistenza. Da oggi in poi non faremo più sconti e non avremo più pazienza. Senza medici non possono esserci cure e senza ospedali la sanità pubblica è destinata a fallire. Non permetteremo che questo accada, né ora né mai”, conclude Di Silverio.