(Agi)I partecipanti a uno studio dell’Università di Aberdeen, Regno Unito, basato su un questionario, hanno commesso un numero relativamente elevato di errori quando sono stati invitati a ricostruire il momento in cui si sono verificati eventi importanti avvenuti nel 2021, fornendo nuove intuizioni su come i lockdown dovuti al Covid-19 hanno influenzato la percezione del tempo.

Inoltre, le attività e le emozioni delle persone possono influenzare la loro percezione del passare del tempo. L’isolamento sociale derivante dai lockdown dovuti al Covid-19 ha influenzato significativamente le attività e le emozioni delle persone, e ricerche precedenti hanno mostrato che la pandemia ha causato distorsioni nella percezione del tempo delle persone. Ispirati a quelle ricerche precedenti e a rapporti clinici secondo cui i pazienti sono diventati meno capaci di riferire tempi accurati delle loro condizioni mediche, Pawlak e Sahraie hanno deciso di approfondire la comprensione dell’impatto della pandemia sulla percezione del tempo.

Nel maggio 2022, i ricercatori hanno condotto un sondaggio online in cui hanno chiesto a 277 partecipanti di indicare l’anno in cui sono avvenuti diversi eventi recenti di rilievo, come quando è stato finalizzato il Brexit o quando Meghan Markle si è unita alla famiglia reale britannica. I partecipanti hanno anche completato valutazioni standard per fattori legati alla salute mentale, tra cui livelli di noia, depressione e resilienza. Come previsto, la memoria dei partecipanti per gli eventi che sono avvenuti più nel passato era meno accurata. Tuttavia, la loro percezione del momento in cui si sono verificati eventi nel 2021, un anno prima del sondaggio, era altrettanto inesatta rispetto agli eventi avvenuti tre o quattro anni prima. In altre parole, molti partecipanti hanno avuto difficoltà a ricordare il momento in cui sono avvenuti eventi coincidenti con i lockdown dovuti al Covid-19.

Inoltre, i partecipanti che hanno commesso più errori nella ricostruzione temporale degli eventi erano anche più inclini a mostrare livelli più elevati di depressione, ansia e richieste mentali fisiche durante la pandemia, ma avevano meno resilienza. La noia non era significativamente associata all’accuratezza della ricostruzione temporale. Queste scoperte sono simili a quelle riportate in precedenza per i detenuti in carcere. Gli autori aggiungono: “Il nostro documento riporta i tempi alterati durante la pandemia. Le restrizioni imposte durante la pandemia hanno impoverito il nostro orizzonte temporale, condizionando la percezione delle tempistiche degli eventi. Possiamo ricordare che gli eventi sono accaduti, semplicemente non ricordiamo quando”, commentano gli autori.

 

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