(Adnkronos)Aumento di casi di pubertà precoce, in particolare nelle bambine, con un’estrema ‘impennata’ negli ultimi 2 anni tra Covid-19, pandemia e lockdown. È quanto emerge da uno studio dell’Ircss Gaslini di Genova pubblicato sul ‘Journal of the Endocrine Society’ di agosto, esaminando i dati di 133 ragazze sospettate di essere in pubertà precoce da gennaio 2016 a giugno 2021.
Un fenomeno segnalato da molti centri di diversi Paesi, spiega Mohamad Maghnie, direttore Uoc Clinica pediatrica ed Endocrinologia dell’istituto e responsabile scientifico del lavoro che si è concentrato in particolare sui cambiamenti nello stile di vita durante i periodi di lockdown.
Pubertà precoce e Covid, lo studio
“Durante la pandemia – riferisce Daniela Fava della Clinica pediatrica ed Endocrinologia, prima firmataria dell’articolo con Carlotta Pepino, specializzanda in Pediatria all’università di Genova – il numero delle bambine che abbiamo valutato per sospetta pubertà precoce è aumentato di quasi l’80% rispetto ai 4 anni precedenti, e la percentuale di bambine a cui è stata diagnosticata la pubertà precoce rapidamente progressiva (Rp-Icpp) è stato del 30% più alto durante il periodo pandemico. Prima della pandemia, solo il 41% delle ragazze indirizzate al nostro istituto per sospetta pubertà precoce presentava una forma rapidamente progressiva, ma durante la pandemia la percentuale è salita al 53,5%”.
Prima della pandemia la pubertà precoce colpiva appena un bambino su 10mila. Lo scopo dello studio è stato valutare l’incidenza della pubertà precoce centrale idiopatica (Icpp) nelle femmine durante la pandemia di Covid-19 in Italia rispetto all’incidenza della Pp valutata nei 4 anni precedenti. È stata anche investigata la possibile relazione tra l’aumento di incidenza della Pp e il cambiamento dello stile di vita legato alla pandemia.
Pubertà precoce: facciamo chiarezza
La pubertà è quel periodo dell’età evolutiva in cui i bambini vanno incontro a numerosi cambiamenti fisici e psicologici che sfociano nella maturità sessuale, spiega la Società italiana di Pediatria. Si parla di pubertà precoce quando compaiono i primi segni di sviluppo prima degli 8 anni nella femmina e prima dei 9 anni nel maschio. La pubertà precoce dipende dalla presenza nel sangue degli ormoni femminili (estrogeni) e maschili (androgeni) in una età in cui non dovrebbero essere presenti.
È nettamente più frequente nelle femmine rispetto ai maschi e la sua prevalenza sta aumentando negli ultimi anni. La forma più frequente di pubertà è quella caratterizzata dalla attivazione degli ormoni a partenza dall’ipofisi e che porta, con eventi ormonali a cascata, alla comparsa del ciclo mestruale nella femmina in circa due anni/due anni e mezzo e nel maschio alla maturità sessuale.
Ci sono bambini più predisposti?
La pubertà precoce è dieci volte più comune nelle bambine che nei bambini, anche se le ragioni di questa differenza sessuale sono ancora misteriose. È stato osservato -fa presente la Società italiana di Pediatria- che, oltre all’appartenenza al genere femminile, hanno maggior rischio di sviluppare questo quadro i bambini che:
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- hanno una storia familiare con pubertà precoce (soprattutto per le femmine);
- appartengono ad alcune etnie (etnia ispanica, afro);
- sono nati con basso peso e/o ridotta lunghezza per età gestazionale;
- sono obesi o in sovrappeso;
- hanno stili di vita poco sani (scarsa attività fisica e sedentarietà)
Quali sono i primi segni di sviluppo?
Nella femmina solitamente si manifesta come comparsa del bottone mammario (telarca) ovvero di una “nocciolina” palpabile sotto uno o entrambi i capezzoli prima del compimento degli 8 anni. Quasi contemporaneamente viene osservata una crescita in altezza accelerata.
Nel maschio è invece più difficile che i genitori possano riconoscere i primi segnali di pubertà precoce; infatti, la precocità è legata all’aumento del volume testicolare superiore a 4 ml prima del compimento del nono anno di età.
I peli pubici sono un segnale di pubertà precoce?
La comparsa di una peluria pubica (pubarca) in epoca precoce, se associato a presenza di bottone mammario nelle femmine e ad aumento di volume testicolare nel maschio, è suggestiva di pubertà precoce. Talvolta, il pubarca può essere un fenomeno puberale isolato (pubarca precoce isolato). Tale condizione non è dovuta ad una attivazione della pubertà, bensì è dipendente dall’azione periferica degli androgeni surrenalici secondaria all’adrenarca, ovvero quel fenomeno fisiologico in cui si verifica un aumento dell’attività della corteccia surrenale.
La sudorazione acre è preoccupante?
La sudorazione pungente può essere un segno accessorio di pubertà precoce, soprattutto se si accompagna alla presenza di bottone mammario nella femmina e ad aumento del volume testicolare nel maschio. Essa, tuttavia, così come il pubarca, non è dipendente dall’attivazione dell’asse ipofisi-gonadi, bensì è secondario all’aumentata attività della corteccia surrenalica. Un adrenarca precoce si verifica spesso in presenza di un eccesso ponderale. Il quadro clinico-auxologico in questi casi si accompagna spesso ad una crescita staturale sostenuta e ad un avanzamento della maturazione ossea.
Le cause e i rischi
Oltre a un disagio psicologico e relazionale nel bambino, può contribuire ad aumentare il rischio, nel corso degli anni, di sviluppare patologie quali diabete, malattie cardiovascolari e alcuni tipi di tumore dell’apparato riproduttivo.
Tra i possibili fattori scatenanti di questo fenomeno – evidenzia lo studio del Gaslini – è stato riscontrato un Bmi (indice di massa corporea) più elevato nelle ragazze con diagnosi di pubertà precoce rapidamente progressiva durante la pandemia, sebbene non statisticamente significativo. Questi dati sono in linea con la tendenza di aumento di peso registrato negli ultimi anni nei bambini. Un rapido aumento del peso corporeo è associato all’avanzamento dello sviluppo puberale e un aumento della massa grassa corporea, in particolare del grasso viscerale, sembra svolgere un ruolo importante in questo senso.
Poco movimento e troppi dispositivi elettronici
I cambiamenti nelle abitudini quotidiane durante la pandemia, dunque, secondo gli autori potrebbero aver modificato la composizione corporea in termini di distribuzione del grasso, anche senza causare un aumento significativo del Bmi: tra le pazienti visitate durante i primi 15 mesi della pandemia, quasi il 90% aveva interrotto ogni attività fisica.
“Abbiamo anche osservato – sottolinea il direttore Maghnie – un uso prolungato di dispositivi elettronici, che potrebbe aver influenzato i tempi di sviluppo puberale attraverso fattori diretti e indiretti. Le bambine con diagnosi di pubertà precoce durante il periodo pandemico hanno mostrato una media di 2 ore giornaliere in più, rispetto al periodo precedente, trascorse utilizzando dispositivi elettronici, e 88,5% di queste hanno interrotto l’attività fisica programmata che svolgevano prima della pandemia. Nessuna bambina aveva avuto il Covid-19 prima della diagnosi di Rp-Icpp”.
“Il forte picco di nuove diagnosi di pubertà precoce idiopatica rapidamente progressiva in coincidenza con la pandemia è un fenomeno importante – commenta il primario – I bambini sono diventati meno attivi fisicamente e i tassi di sovrappeso e obesità, così come lo stress, sono aumentati durante la pandemia. L’attenzione su questo fenomeno ancora in gran parte misterioso è anche legato alle ricerche che hanno messo in relazione la pubertà precoce con il possibile un aumento del rischio di malattie cardiometaboliche, depressione e altri problemi di salute mentale nella vita adulta. Inoltre, l’età precoce del menarca è un fattore di rischio accertato per il cancro al seno e altre forme di tumore estrogeno dipendenti”.