Una cosa è mangiare sano, che fa benissimo alla salute. Una cosa è esserne ossessionati. Questo può diventare una vera e propria problematica che può sfociare in disturbo chiamato Ortoressia.
Secondo il Ministero della Salute, sarebbero oltre 3 milioni gli italiani con disturbi alimentari e di questi circa il 15% soffrirebbe di questo disturbo, con una netta prevalenza degli uomini (11,3%) rispetto alle donne (3,9%).
Un italiano su 3 ha dichiarato di avere almeno un amico fissato con l’alimentazione, che non vuol dire soffrire di ortoressia, ma rientrare nella categoria di potenziali «vittime» di questa patologia.
È quanto emerge da un’indagine promossa da Nutrimente, associazione per la prevenzione, la cura e la conoscenza dei disturbi del comportamento alimentare, condotta su circa 1200 italiani tra uomini e donne di età compresa tra i 18 e i 65 anni.
«L’ortoressico sviluppa una vera e propria fobia per i cibi considerati ‘pericolosì come gli OGM (organismo geneticamente modificato) – afferma Sara Bertelli, psichiatra e presidente dell’Associazione NutrimenteOnlus – questa ossessione porta ad una dieta molto restrittiva e all’isolamento sociale. È come se il cibo sano diventasse una missione morale e tutte le altre sfere di vita passassero in secondo piano».
Quando un comportamento alimentare diviene ortoressico in maniera rigida, si può affrontare con una buona psicoterapia, che «sottolinei i benefici e le limitazioni di tale rigidità e che aiuti ad individuare delle alternative più funzionali.
La psicoterapia – prosegue Bertelli – può essere affiancata da un approccio dietologico che vada a correggere le sindromi carenziali che possono insorgere, quali deficit vitaminici (ferro calcio vitamina D vitamina B12)».