In Italia, il fenomeno della sofferenza psichica tra bambini, giovani e adulti sta assumendo proporzioni sempre più preoccupanti, tanto da essere definito dalla Società Italiana di Psichiatria come una nuova pandemia. I dati parlano chiaro: nel solo 2023, si sono registrati 833 suicidi, con una media di più di due al giorno, e circa 700mila adolescenti risultano essere dipendenti dal web, dai social media e dai videogiochi. Questi numeri non solo riflettono una crescente emergenza invisibile, ma sottolineano anche l’aumento esponenziale dei sintomi depressivi e delle diagnosi di depressione e ansia rispettivamente del 28% e del 26% dopo la pandemia di Covid-19. Il disagio mentale giovanile, aggravato da fenomeni come bullismo, cyberbullismo, aggressività e isolamento, è oggi una delle sfide più rilevanti del nostro tempo. La pressione sociale per apparire perfetti sui social network contribuisce notevolmente a questo scenario, creando una dittatura dell’apparenza che pesa sulle spalle dei più giovani. In questo contesto, emerge la proposta innovativa della Fondazione Guido Carli, che punta a offrire un’opportunità concreta ai giovani affetti da disabilità mentali attraverso l’implementazione di corsi universitari su misura. L’idea verrà presentata oggi all’Università Luiss di Roma, con l’obiettivo di spaziare tra diverse discipline, dalle più tradizionali come giurisprudenza ed economia, fino a quelle più sperimentali e innovative. La Fondazione si è ispirata al successo del primo corso universitario di Teatro integrato dell’emozione, nato nel 2016 all’università di Tor Vergata, che ha dimostrato come l’educazione e l’inclusione possano essere strumenti efficaci contro il disorientamento e i pregiudizi legati alla disabilità mentale. Questo approccio rappresenta una luce nella lotta contro la stigmatizzazione e la scarsa consapevolezza riguardo alla salute mentale, promuovendo un cambiamento sia nella percezione che nell’approccio verso questa tematica. La Strategia Europea per la Salute Mentale lanciata dalla Commissione UE sottolinea l’importanza di un approccio multisettoriale che includa, oltre ai servizi sanitari, anche politiche lavorative e scolastiche. La proposta della Fondazione Guido Carli, quindi, non solo mira a fornire opportunità educative personalizzate, ma anche a promuovere un più ampio riconoscimento e integrazione sociale dei giovani con disturbi psichici, offrendo loro strumenti per affrontare con maggiore serenità le sfide quotidiane. In conclusione, il messaggio è chiaro: è tempo di agire. Solo attraverso l’inclusione, la conoscenza e l’educazione possiamo sperare di contrastare efficacemente il crescente disagio mentale tra i giovani, trasformando la fragilità in forza e apertura verso un futuro di maggiore comprensione e accettazione.

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia