Quella di Elena Brunello, di Sarcedo, che più di 15 anni fa ha deciso di non vaccinare le due figlie, è una testimonianza esemplare perché raccoglie in sé tutte le problematiche etiche e pratiche che un genitore deve affrontare se decide di portare avanti una scelta di questa portata. La sua vicenda è già nota alle cronache perché all’epoca dei fatti la Sezione minori della Corte d’appello di Venezia

aveva emesso una ordinanza che sospendeva tutti i processi che coinvolgevano genitori obiettori. Questo in relazione alla vaccinazione antitetanica, considerato che il tetano non è un virus ma una spora, mettendo quindi in dubbio di conseguenza la necessità del vaccino. Prima di tale ordinanza i genitori che sceglievano di non vaccinare i figli andavano incontro a sanzioni applicate dai Comuni e dovevano difendere la loro posizione di fronte al Tribunale dei minori che, in genere, decideva per un affievolimento della patria potestà. I coniugi Brunello-Dal Santo hanno deciso di non mollare e di continuare l’iter giudiziario. E, alla fine, hanno vinto la battaglia legale.

Signora Brunello, perché ha deciso di non vaccinare le sue figlie e affrontare così la lunga battaglia giudiziaria di cui è stata protagonista ormai dieci anni fa?

“Ero mossa e lo sono ancora da un principio che ritengo sacro: l’obiezione e la libera scelta, che per me significava mantenersi in salute con consapevolezza e adeguatamente informata. Io non sono contro le vaccinazioni. Sono per una pratica condotta in modo completamente differente e soggettiva, non ‘a gregge di pecora’ come viene praticata adesso. E soprattutto sono per la valutazione concreta di ciò per cui si vaccina e sul suo effettivo pericolo odierno. Informandosi bene si può capire che le malattie per cui si continua a vaccinare in questo modo, sono pressoché debellate. Casomai si dovrebbero cercare soluzioni per altre malattie che sembra si stiano ripresentando portate dagli immigrati clandestini, che in quanto tali non credo possano essere controllati completamente da un punto di vista sanitario. Dopo l’abolizione del reato di clandestinità, non sono più nemmeno ritenuti clandestini. Quindi potenzialmente possono sfuggire al controllo soprattutto dei trattamenti sanitari. Che mi risulti non esiste vaccino per Tbc, Ebola, scabbia, Aids…”. 

Quindi tutt’altro che una scelta avventata…

“La mia scelta l’ho fatta su base scientifica e medica. Mi consigliarono di vaccinare con molta, molta cautela e seguendo precisi step, effettuando soltanto un vaccino e non sei alla volta (come ad esempio si esegue l’esavalente per comodità). Nella mia famiglia infatti mi erano state riscontrate malattie genetiche che potevano provocarmi conseguenze anche importanti, per le quali ho esibito analisi e ricerche scientifiche che ho presentato in Tribunale a mia difesa, perché mi fosse concessa la possibilità di dissentire dalla pratica di vaccinazione. Se avessi comunque deciso di praticarla, avrei dovuto controllare di continuo ogni piccolissima reazione, poiché i vaccini non sono certamente innocui. La prassi vaccinale come funzionava allora e come funziona oggi non va bene perché continua ad ignorare i test di idoneità che sarebbero richiesti e previsti obbligatoriamente per ogni soggetto che si sottopone a tale pratica. Le vaccinazioni di massa potevano aver senso 50-70 anni fa quando certe malattie infettive erano effettivamente pericolose e la maggior parte dei cittadini viveva senza bagno in casa e in situazione igieniche precarie. Insomma, quando la situazione era ben diversa da oggi”. 

Ritiene che quello che manchi sia allora soprattutto l’informazione sugli effetti negativi dei vaccini, più che quella sui benefici?

“Certo. I vaccini vanno fatti miratamene e sospesi alla minima e prima piccola reazione avversa. Vanno eseguite accurate indagini sulla salute, prima di inocularli non deve esserci in corso nemmeno un piccolo raffreddore. L’informazione sugli effetti negativi dei vaccini ci è dovuta da parte delle Ulss e dei Sindaci. A questo scopo avevamo anche formato il Comitato di libertà di scelta terapeutica, tramite il quale incontravamo i genitori per dare informazioni a chi, come noi, era preoccupato di non essere informato a sufficienza sugli effetti collaterali causati dai vaccini e non voleva giocare alla roulette russa con la salute dei propri figli, senza poter effettuare quei famosi test di idoneità che tante volte abbiamo richiesto ma mai sono stati eseguiti. Abbiamo incontrato purtroppo anche i genitori di bambini danneggiati gravemente, o morti (Gemelli Tremante). Quindi sono contenta e sono fiera e continuo a esserlo della scelta che ho fatto per la salute delle mie ragazze. Anche la mia battaglia ha portato poi L’Ente Regione Veneto a prevedere la possibilità di dire no tramite il dissenso informato. Tutto questo nel rispetto della scelta di ogni persona. Purtroppo assieme ai virus delle malattie, tramite le vaccinazioni, vengono iniettati nel sangue eccipienti nocivi quali formaldeide, piombo e alluminio. E questo l’intera classe medica lo sa bene”.  

Se tornasse indietro rifarebbe tutto?

“Si, rifarei tutto, esattamente come ho fatto. E non è stato facile. Ricordo i miei batticuori, le giornate passate a condividere i dubbi con tutti gli altri genitori, i confronti nei convegni organizzati. Non ho agito con leggerezza, e l’ansia e le preoccupazioni di una scelta non facile mi hanno imposto un percorso ad ostacoli non indifferente. Mi sono arricchita in questo mio percorso spinoso di una enorme esperienza umana ed ho incontrato numerosi luminari di medicina che mi hanno fatto conoscere l’altra faccia della medaglia troppo spesso nascosta”. 

Come stanno oggi le sue figlie?

“Benissimo.Hannouna 17 e l’altra 13 anni, e quasi mai hanno bisogno di ricorrere a cure o visite. Le ho sempre seguite con un’alimentazione sana, a tratti anche biologica, con buone pratiche di igiene, sempre seguite da bravi medici, e quando ce n’é stato bisogno con cure alternative quali omeopatia e fitoterapia. Qualche raffreddore di stagione capita, certo, ma mai niente di cronico. Hanno avuto malattie infettive quali varicella, guarite benissimo senza nessun allarme. Ovvio, durante il decorso delle malattie cosiddette ‘dell’evoluzione’ si è preoccupati e occorre stare attenti giorno e notte, ma una volta fatte ne escono due volte più forti. E’ stato lampante per me, e non esagero, il loro stato di salute e la capacità di ripresa molto veloce anche durante le piccole malattie. Ad esempio, la tosse in loro non l’ho nemmeno mai sentita, quando al contrario confrontandomi con le mamme amiche, constatavo di bambini che di continuo erano soggetti a bronchiti o influenze permanenti dovute a sovrapproduzione di muco e a causa delle difese immunitarie molto deficitarie. Tosse o malattie ai bronchi con influenze e ripetuto ricorso a cure antibiotiche, le mie figlie non sanno nemmeno cosa sono, per fortuna”.

di Marta Boriero

 

 

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