di Alfonso Piscopo
Il significato di chi pesta l’acqua nel mortaio, è quello di perdere tempo fossilizzandosi su una cosa che tanto non può essere cambiata. Se questo lo è per definizione, non lo è per UE e per i decisori del rischio (EFSA) che da qualche anno ci ha abituati a considerare il cibo e la nostra salute pensata in chiave futuristica e salutistica.
Nutraceutica e novel food: tra salute e sostenibilità, con prospettiva di crescita del mercato dell’alimentazione funzionale, in Italia e nel mondo. Con “cibi funzionali” che si intendono quegli alimenti, naturali o che hanno subito un trattamento tecnologico, con una più funzioni dell’organismo, riducendo il rischio di insorgenza di alcune patologie e contribuendo a migliorare lo stato di salute. Ne fanno parte tutti i cibi “senza” (zuccheri, glutine, lattosio, ecc.) o “arricchiti” con elementi chimici (ferro, magnesio, ecc.) – gli integratori alimentari, i cibi vegan, per l’infanzia, la carne sintetica, le farine di insetti, ecc. I nutraceti, categoria a cavallo fra l’alimentazione funzionale e gli integratori, sono invece sostante derivate mediante sintesi farmaceutica di piante, agenti microbici, assumibili attraverso il cibo o sotto forma di compresse, capsule e via dicendo. Sarà questo il nostro futuro e che ben vengano ricerca scientifica e innovazione tecnologica. Noi consumatori dobbiamo prendere coscienza che al di là delle nostre tradizioni e convinzioni senza accorgercene saremo costretti a cambiare stili di vita e abitudini alimentari.
Anche se personalmente rimango un tradizionalista del cibo e continuo a pestare acqua nel mortaio.
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