“Cercasi ragazza banchista. Si richiede bella presenza e professionalità”. È il (lecito ma discriminatorio) annuncio di lavoro che compare, con tanto nome e cognome della persona a cui inviare il cv tramite email, su un cartello affisso sulla parete di una struttura commerciale di imminente apertura (una caffetteria), all’interno di un noto centro commerciale nel quadrante sud della Capitale. Ma è lecito richiedere ‘ragazza di bella presenza’ come requisito vincolante per una assunzione? L’agenzia Dire lo ha chiesto all’avv. Cristina Mazzamauro, giuslavorista e partner di diritto del Lavoro di Tonucci & Partners. “Quello che disturba di questo annuncio non è tanto che si richieda ‘bella presenza’, ma è l’individuazione della ‘ragazza’, cioè del sesso. Ma andiamo per gradi- ha spiegato- le discriminazioni che non possono essere fatte riguardano il genere, le opinioni politiche, l’orientamento sindacale, sessuale e quant’altro. Questo annuncio, allora, può essere discriminatorio nei confronti degli uomini: perché non si richiede un ‘uomo di bella presenza’, visto che l’attività di banchista può essere svolta egregiamente anche da un uomo?”.
In senso assoluto, se il datore di lavoro non avesse prediletto un sesso particolare, richiedere la ‘bella presenza’ in un annuncio di lavoro “non è vietato dalla legge”, anche se si tratta di un’espressione “sicuramente brutta, oltre che ormai anacronistica”. La ‘bella presenza’, ha spiegato l’avv. Mazzamauro, può evocare “un decoro, un garbo, una gentilezza, tutte caratteristiche che non necessariamente riguardano l’aspetto estetico. Quello che non piace in questo annuncio, però- ha sottolineato la giuslavorista- è che non sembra più un’evocazione ad una generale presentabilità della persona intesa come decoro, poiché il banchista è un’attività da rendere al pubblico, ma è il riferimento al sesso, visto che la funzione di banchista può essere svolta da chiunque. Perché, allora, discriminare gli uomini? Inoltre, se si associa la richiesta di una ragazza ad una bella presenza, allora forse quell’espressione non è più evocativa di un garbo o di un decoro, ma di canoni estetici. In questo caso non ci piace più”.
In conclusione, richiedere in un annuncio di lavoro ‘bella presenza’ non è vietato dalla legge, ma quello che stona è che “si vuole necessariamente una ragazza e non un ragazzo. Mi sarai limitata a chiedere ‘banchista di bella presenza, munita/o di garbo’”.
Chiedere un canone estetico, quindi, è sempre discriminatorio? “In alcuni casi, ma non certo in quello del banchista, ha risposto alla Dire la partner di diritto del Lavoro di Tonucci & Partners- si può anche chiedere un canone estetico: se devo pubblicizzare creme da donna, è chiaro che ho bisogno di una donna. A seconda del fine si possono anche fare delle richieste dirette, ma quando una mansione è così generica come quella del banchista all’interno di una caffetteria in un centro commerciale, sicuramente non si può discriminare un genere. La ‘ragazza’ in questo caso non è un requisito necessario all’attività, perché l’attività di banchista può essere svolta da chiunque“. Cioè che andrebbe cambiata, secondo l’avv. Mazzamauro, è la formula dell’annuncio in sé: “Dovremmo sforzarci di trovare formule che evochino altro, come ‘professionalità e capacità relazionale’, richiedendo cioè una persona che sia in grado di interagire in maniera piacevole con il pubblico, perché è gentile, professionale e garbato”.