In Italia si hanno figli in età sempre più avanzata. Secondo l’ultimo rapporto Istat, in media le donne italiane diventano mamme a quasi 33 anni, un dato preoccupante soprattutto per le crescenti difficoltà che con il passare dell’età possono condizionare l’esito di una gravidanza. “Il tempo è infatti uno dei principali ostacoli alla maternità- precisa Marina Bellavia, ginecologa, specialista in Medicina della riproduzione e direttrice sanitaria del centro per la fertilità Next Fertility Procrea- Nella donna è acclarato che l’età condiziona il concepimento e l’andamento di una gravidanza: dopo i 35 anni si assiste a un calo progressivo della capacità fertile. Ma anche negli uomini esiste un orologio biologico che agisce negativamente sulla possibilità di avere un figlio. Davanti a un fenomeno sociale che vede le coppie andare alla ricerca di un figlio sempre più in là nel tempo, il percorso per una gravidanza può non essere immediato e soprattutto non semplice”. Le soluzioni però ci sono. “La Medicina della riproduzione offre strade differenti a seconda della problematica. Innanzitutto è necessario avere un quadro diagnostico puntuale per individuare la terapia più appropriata. Vi è anche la possibilità di preservare il proprio potenziale di fertilità per il futuro”.

“Parlare di infertilità è parlare di un aspetto non solamente medico, ma anche psicologico. Per questo, è importante conoscerne i parametri per poter intraprendere la strada più corretta- aggiunge Cesare Taccani, ginecologo, specialista in Medicina della riproduzione di Next Fertility Procrea- La gravidanza non è un’equazione matematica. Vanno considerati molti elementi, a livello ginecologico, andrologico, biologico e genetico. Nonostante questo, esiste ancora oggi una fascia ampia di coppie per le quali l’infertilità risulta non scientificamente spiegata. La speranza però non deve essere abbandonata: le tecniche di intervento e la nostra esperienza maturata in oltre 20 anni di attività al fianco delle coppie, con la possibilità di avere testimonianze dirette di persone che hanno vissuto una condizione di infertilità, ma l’hanno superata e oggi sono genitori”.

 

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