Insicure, più libere di mostrarsi ma anche più fragili. Esposte al giudizio di chi le vede solo come oggetto sessuale, e sempre più propense a rivolgersi alla chirurgia estetica per cambiare il proprio aspetto. È la fotografia delle donne di oggi, scattata da un sondaggio condotto da Yoodata/Polytech Italia che ha coinvolto un campione di più di mille persone e presentato oggi online. Per l’86% degli italiani il corpo delle donne è sempre più esposto sui media e sui social, registra l’indagine. Secondo il rapporto il 79% della popolazione ritiene le donne più libere di una volta di mettersi in mostra, anche sui social, per promuoversi in modo autonomo. Ma per il 78% delle persone le donne si rappresentano sempre più come ‘oggetto sessuale’. Le donne vengono percepite sempre più consapevoli del proprio corpo per il 79% degli italiani, e sono le prime a volerlo usare come arma di seduzione secondo il 76% delle persone. Ma sono anche ritenute ‘vittime dell’esposizione sui social’ per il 73% degli adulti e per l’80% dei 15-26enni: la Gen Z che si rivela essere la più fragile. Le vicende del neofemminismo e dei movimenti come il #MeToo non sono bastati a cambiare la prospettiva, dichiara il 63% delle donne e il 57% degli uomini del nostro Paese. L’aspetto femminile continua ad essere il centro dell’attenzione, con critiche o apprezzamenti, anche ‘fuori dai social’: commenti inappropriati sono subiti prima di tutto in famiglia (per il 43% delle italiane che hanno subito giudizi sul loro aspetto), per strada (35%), sul lavoro e a scuola/università (16%), tra amici (16%) e sui social (12%).
L’insicurezza esplode tra i giovanissimi: le ragazze della Gen Z si rivelano le più fragili tanto che circa la metà di loro dichiara che “alle volte sono così insicura del mio aspetto che non vorrei uscire di casa” (dichiara il 48% delle ragazze tra i 15 e i 26 anni). Mentre le italiane in età più matura si dicono più serene e libere dai rigidi canoni estetici per sé stesse (lo dice il 70% delle 59-70enni, a fronte di un 49% delle 15-26 enni) e libere di decidere se mostrare o cambiare oppure no qualcosa del proprio corpo (lo pensa il 79% delle donne, per le over 59 anni la percentuale sale all’83%), il 54% delle 27-42enni della Gen Y (dai 27 ai 42 anni di età) non si piace e cambierebbe qualcosa del proprio aspetto ricorrendo al bisturi estetico. La maggioranza delle donne ha dichiarato di avere subito giudizi sul proprio aspetto negli ultimi 2-3 anni: lo ha detto il 69% delle donne tra i 15 e i 26 anni, il 59% tra i 27 e i 42 anni, il 39% tra i 43 e i 58 e il 19% dai 59 ai 70 anni). Di più chi vive nel nord Italia (46%), seguito dal sud-isole (44%) e dal centro (35%). Ogni parte del corpo è stata passata in rassegna: essere stata definita ‘grassa’ (39%), aver ricevuto apprezzamenti/complimenti (13%), sul peso/troppo magra (12%), body shaming/aspetto fisico (10%), età (5%), sessisti/discriminatori/bullismo (4%). A seguire, in percentuali dal 3 al 2%, essere stata definita brutta, alta/bassa, aver subito critiche sui capelli oppure su naso/viso/occhi, su difetti fisici, sui denti, sul seno e un 4% non ha precisato che tipo di giudizio ha subito. Dove si subiscono critiche sul proprio aspetto? A sorpresa non sono i social i luoghi per eccellenza dei giudizi più aspri, dicono le 523 donne coinvolte nello studio. Il primo ambiente è invece la famiglia (per il 43% del campione), poi per strada (35%), sul lavoro (24%), a scuola/università (16%), tra amici (16%) e infine via online/sui social (12%)
“Lo studio è interessante per fare delle riflessioni sulla base di dati reali riferiti all’Italia- ha commenta Maura Gancitano, filosofa e saggista- I dati emersi confermano una percezione che ho avuto parlando con i giovani nelle scuole: i social network stanno facendo emergere dinamiche terribili, ma che purtroppo esistono già, come la violenza di genere. A volte il giudizio negativo nasce proprio dal contesto familiare. E anche se spesso è un ‘mettere in guardia’ che nasce in buona fede, crea però un senso di giudizio e una pressione. È dalla famiglia che il nostro corpo inizia a essere guardato e giudicato, con un effetto negativo sulla salute mentale”. “La sensibilità alle critiche e ai giudizi altrui da parte delle donne cala con l’invecchiamento- sottolinea Alessandro Amadori, partner e direttore scientifico Yoodata che ha curato la ricerca- Sono soprattutto i ragazzi e le ragazze della Gen Z, che hanno dai 15 ai 26 anni di età, ossia gli stessi protagonisti della nuova relazione ‘utilitaristica’ con il corpo e la sua esibizione, a ritenere che le donne che espongono il proprio corpo sui media tradizionali e sui social corrano oggi un rischio elevato di essere vittime e oggetto sessuale; e sono anche la generazione che mostra una maggiore accettazione e confidenza col bisturi estetico che ritengono un modo come un altro per modificare il proprio aspetto, alla pari dei tatuaggi”. Lo studio, condotto questa primavera/estate su un campione di oltre 1.000 italiani dai 15 ai 70 anni di età e di entrambi i sessi, è stato completato anche da una ricerca di tipo qualitativo: colloqui in profondità su un panel di persone rappresentative, uomini e donne dai 20 ai 60 anni di età.