“Il mondo medico sarà sempre più al femminile ma non a misura di donna”. Con queste parole Silvia Mengozzi, Presidente del Consiglio nazionale Anaao Assomed – Associazione Medici Dirigenti, ha portato al pubblico padovano, partecipante all’evento Mega Salute, organizzato da Motore Sanità, le preoccupazioni della dirigenza medica e sanitaria che fatica a rappresentarsi nel nostro Paese, perché il quadro generale è estremamente critico.
“In Italia le donne medico sono oltre 400 mila, poco meno de 70% del personale assunto nel servizio sanitario nazionale – spiega Silvia Mengozzi -. Il lavoro all’interno del mondo sanitario è ancora saldamente plasmato sui medici uomini, che detengono le cariche apicali e determinano dinamiche che tuttavia li riguardano sempre meno, almeno dal punto di vista numerico”.
E poi c’è l’indagine di Anaao Assomed che fa tremare. “Più della metà (56,1%) tra medici e dirigenti sanitari è insoddisfatta delle condizioni del proprio lavoro e 1 su 4 (26,1%) anche della qualità della propria vita di relazione o familiare. E’ necessario rendere più attraente la professione medica, altrimenti sarà un grande problema nel prossimo futuro garantire salute ai nostri assistiti e alla popolazione italiana” sottolinea Mengozzi, che rimarca un altro aspetto: “I principi di universalità, uguaglianza ed equità del servizio sanitario nazionale sono stati traditi e le conseguenze sono importanti: lunghissimi tempi di attesa, aumento della spesa privata, diseguaglianze nell’accesso alle cure, inaccessibilità alle innovazioni, mobilità sanitaria, rinuncia alle cure e riduzione dell’aspettativa di vita. C’è bisogno di cambiare rotta, ma ce la faremo?”.
E poi: “Ce la faremo a ribaltare questi numeri, provocati dalla razionalizzazione della spesa che ha portato dal 2010 ad oggi a continui tagli con molti segni meno? Ovvero: meno 4.800 medici ospedalieri, meno 9.000 infermieri, meno 8.000 medici di medicina generale, meno 30.492 posti letto, meno 111 ospedale, meno 113 pronto soccorso” snocciola i dati Mengozzi. “Auspichiamo la firma di un nuovo contratto collettivo nazionale che scenda in maniera specifica in quelle che sono le esigenze dei dipendenti sanitari del servizio sanitario nazionale e un nuovo disegno del servizio sanitario nazionale italiano che prosegua nella strada indicata del 1978 in un mondo innovativo, digitale, tecnologico e al femminile”.
Secondo Pierino Di Silverio, segretario nazionale Anaao Assomed serve cambiare il modello organizzativo, facendolo crescere, investendoci maggiormente, prendendo in carico il paziente, evidenziando le qualità dei professionisti e facendoli crescere. “Se da una parte l’ospedale non ha più una caratterizzazione chiara del suo ruolo – gli accessi sono tutti in pronto soccorso, il 60 per cento degli accessi sono secondi accessi – dall’altra parte c’è il professionista che è ingabbiato contrattualmente, professionalmente, economicamente, anche in termini di possibilità di carriera. Un contratto che non qualifica professionalmente, non qualifica socialmente, che non gratifica per i livelli di impegni profusi. Un modello che non regge più e da riorientare, insoddisfacente anche se fosse rifinanziato al 10 per cento del Pil. E’ il modello organizzativo che non regge”.
E ancora, l’appello del segretario nazionale: “Serve una flessibilità contrattuale e professionale e una idea chiara del percorso che il paziente deve seguire dal domicilio al territorio all’ospedale e al suo rientro a casa. E ci vuole una definizione organica chiara così come una definizione delle risorse con cui attuare questi nuovi sistemi. Più che assenza di risorse è l’assenza di volontà di puntare sulla salute il nodo da sciogliere, come una priorità del Paese se è vero che le percentuali di investimenti rispetto al Pil sono vari punti dietro le altre nazioni europee. Non è più tempo di proteste sotto traccia ma di azioni eclatanti per smuovere le acque. Non deve cambiare solo il modello di lavoro del medico di medicina generale, ma anche il rapporto di lavoro con chi ci offre lavoro. Il medico deve curare non timbrare il cartellino e la sua azione professionale deve tornare centrale” conclude Pierino De Silverio.
Per Anaao Assomed, infine, le leve strategiche per la sostenibilità del servizio sanitario nazionale portano il nome di innovazione tecnologica, intelligenza artificiale e big data, investimenti in digitalizzazione, nuove tecnologie, ricerca, nuovi farmaci e personale. “Dobbiamo crederci, dobbiamo difendere la nostra professione e il sistema salute”, conclude Silvia Mengozzi.