La menopausa non è un blocco, ma è un passaggio fisico e psichico nella vita di una donna che per la sua portata di sintomi fisici e psichici è equiparabile all’adolescenza. In questa parola adolescenza che torna ricorrente c’e’ quell’emozione che non ti aspetti nel parlare di una fase della vita spesso narrata con censure e stigma. Al Policlinico Gemelli, in occasione della giornata per la salute mentale (che con questa fase della vita femminile ha molto a che fare), proprio nella grande hall dell’ingresso alla portata di tutti ne hanno parlato medici e psicoterapeuti in un convegno dal titolo ‘Menopausa un passaggio di vita e non un blocco nel divenire’.

Giovanni Scambia, direttore della Ginecologia oncologica e direttore scientifico dell’IRCSS,  ha ricordato come “si tratti di un passaggio in cui il benessere fisico e psichico della donna, e della coppia, può essere a rischio, ma oggi lo si può vivere bene”, ha ribadito. Emozionante il racconto di Marta e Roberto che hanno spiegato come hanno affrontato la malattia di Marta e la sua prima menopausa indotta dalle cure a soli 40 anni: con l’amore e la voglia di guardare al futuro. E il messaggio di Annamaria, letto dalla psicoterapeuta Laura Monti, che ha parlato dei benefici ottenuti da una terapia normale sostituiva, assunta dopo tante paure e demonizzazione.
“La menopausa come l’adolescenza è uno snodo. Non è da medicalizzare, ma ci sono meccanismi psicologici da valutare”, ha detto Chieffo parlando ad esempio del sintomo spesso riferito “del nido vuoto, o della nebbia cognitiva”. Del resto la caduta di estrogeni ha effetto sulla plasticità neuronale e sulla memoria in un momento della vita in cui le donne oggi sono attive e all’apice, nel lavoro e nelle relazioni sociali. Lo ha sottolineato nel suo intervento il prof. Antonio Lanzone, direttore Ostetricia, che ha ricordato anche: “E’ una fase che non conosciamo, prima si moriva con la menopausa ma oggi la vita media di una donna è di 78/80anni”.
La professoressa Maria Cristina Mele, che dirige la UOC della nutrizione clinica, ha toccato un tema di grande attualità: menopausa e peso forma ricordando che dieta, come comunemente intesa, è una parola fuorviante. “Cambia l’asset ormonale in una donna in menopausa, ma bisogna avere attenzioni sempre e in modo preventivo e allontanarci da quell’immagine di sedentarietà in cui si sta a guardare la TV mangiando pop corn”.
Si è parlato della menopausa fisiologica, i cui sintomi ha sintetizzato in un excursus la ginecologa Inbal Donal Amar – dalla secchezza vaginale all’aumento del colesterolo – ma anche di quella che sopraggiunge magari in età precoce per cure e malattia. La professoressa Anna Fagotti, direttrice della Uoc carcinoma ovarico, ha acceso un faro sull’attenzione da dare a queste donne e sul fatto che oggi ci sono terapie che si possono somministrare, nonché l’importanza della psiconcologa. Ed è proprio Letizia Lafuenti, psiconcologa, a evidenziare quanto sia faticoso per queste pazienti “trovare risorse per la malattia e per la menopausa”. Da qui il suo invito a parlare, senza tabu’.
La psichiatra Melissa Mazza ha valorizzato l’importanza della prevenzione e di come prestare attenzione ai sintomi d’ansia e a chi è più predisposto ad averne; un messaggio di prevenzione e corretta narrazione che ha sottolineato molto Roberta Di Battista, dirigente SITRA Infermieristico/ostetrico.
Ha concluso i lavori la direttrice delle Risorse Umane del Policlinico Gemelli Roberta Galluzzi che ha ricordato il lavoro del centro menopausa del Gemelli e i servizi messi in campo per “il benessere delle donne che vi lavorano”, ricordando che quelle “tra i 45 e i 55 anni rappresentano il 40% delle risorse umane”.
“Non mi sento afflitta, ma potente. E vorrei- dice con un sorriso pieno Marta, mentre guarda suo marito Roberto- che niente ci fermasse”. Cosi in queste sue parole la menopausa non ha più un sapore di fine, ma di divenire.

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