“Sono andata virale su TikTok ieri e ho avuto modo di riconfermare che nei 348 commenti che mi sono arrivati, almeno la metà era di questo genere: ‘meglio antipatica che grassa’, ‘potresti dimagrire tipo’, ‘questa cosa del normalizzare ha comunque superato i limiti’, ‘infarto entro 10 anni quota 1,30’, ‘l’importanza di essere convinti’, ‘moby’, ‘continua così poi non ti lamentare perché finirai ricoverata, perché dal peso che avrai raggiunto non riuscirai nemmeno a camminare. Ma intanto ti senti bella va tutto bene’.”

A parlare è Sara Colombo, 22 anni, nota su TikTok dal 2020 come ‘Hequilibrium’ che, con il suo profilo di quasi 5mila followers e più di 258mila ‘mi piace’, è diventata virale per un video che ha scatenato reazioni contrastanti. Nella prima parte di questo video, Sara appare in una tuta scura, molto ‘comoda’, con un’espressione triste e gli occhi spenti, sopra cui si legge: ‘come le persone grasse dovrebbero vestirsi secondo gli altri’. La scena cambia radicalmente verso la fine, quando la ragazza improvvisamente rinasce sfoggiando un abito bianco, luminoso, che le accarezza le forme, con un sorriso radioso e un trucco fiero. Il video ha raccolto più di 38mila mi piace, e molti commenti positivi: “mi piacerebbe essere sicura come te ma non ci riesco, sento sempre gli occhi addosso”, “sei stupenda, il bianco ti dona tantissimo”, “vorrei avere la tua felicità”, “non smettere mai di brillare”, “complimenti, ti invidio tanto. Io porto una 42 e a causa della cellulite, dei fianchi e della pancia non ho mai più messo nemmeno un paio di pantaloncini”.
Questi commenti evidenziano che c’è chi apprezza Sara per il suo coraggio e la sua determinazione, per il suo essere genuina, per il suo amarsi incondizionatamente e fa gola a chi la vede così fiera di sè. Tra i commenti c’è anche chi, pur portando una taglia considerata dalla società come ‘normale’, si vergogna comunque del proprio corpo. Questo sottolinea quanto un video come quello di Sara possa raggiungere anche chi non riesce ad accettare se stesso, spronando ad amarsi comunque, imparando a vedere oltre gli stereotipi imposti.

Sara però non è nuova a mostrarsi in tutta la sua bellezza: in altri video appare in costume da bagno, ricevendo sia commenti di ammirazione sia critiche sulla sua genuinità. “All’inizio mi concentravo su video ricette, video parlati a tema body positive, accettazione e crescita personale. Ho deciso di aprire il canale perché ho capito quanto fosse importante avere una rappresentazione diversa di bellezza sui social. È giusto far capire che la bellezza non è univoca ma che può essere rappresentata in modi diversi. Negli ultimi tempi sto analizzando la grassofobia sistemica sui social, e tanti commenti negativi che ricevo non fanno altro che confermare le mie teorie. Io sono convinta che la nostra società ci abbia portati a credere che la persona grassa debba aver è un ruolo secondario. Deve essere triste, non felice di se stessa e deve sentirsi inferiore per far risplendere le persone magre. Mostrarsi quindi felici sui social in quanto persone grasse è una sfida, perché da una parte la gente non accetta che tu sia felice e dall’altra ti accusano di promuove stili di vita non sani.” ha dichiarato la Colombo. La sua presenza sui social media ha costantemente sfidato le aspettative e i pregiudizi, e proprio in uno di questi momenti di condivisione, Sara ha affrontato direttamente alcune delle critiche più dure.

“Ho passato tutta la vita a cercare di dimagrire e ho sofferto di disturbi alimentari,” ha scritto la tiktoker  in risposta ad un commento che la attaccava. Questa confessione apre uno squarcio sul passato difficile di Sara, segnato da una lotta interna contro le aspettative imposte dalla società sul suo corpo. “Sono stata magra, ho contato tutte le calorie, mi sono paragonata alle mie amiche, ho sperato di svegliarmi in un altro corpo perché non riuscivo più a vivere.” Queste parole rivelano il profondo disagio vissuto dalla ragazza, un disagio che molti possono trovare riconoscibile e dolorosamente familiare. La pressione di conformarsi a un ideale di bellezza estremamente ristretto ha lasciato segni indelebili nella sua esperienza di vita. Ma il racconto di Sara non si ferma al dolore; si trasforma in un messaggio di speranza e di ribellione contro le narrazioni tossiche. “Ma poi mi sono accorta che ciò che vedevo online non era vero, le promesse che mi facevano erano false e che anche io meritavo di vivere una vita felice e di sentirmi bella nel mio corpo. Io non devo cambiare nulla, il mondo però potrebbe cambiare il cuore.” Con queste parole invita a una riflessione più ampia sulla natura delle aspettative sociali e sulla realtà distorta che spesso i media propongono.

“Niente di nuovo e niente di mai sentito ma ho avuto modo di confermare una mia teoria. Il vero motivo per il quale la body positivity è così tanto criticata non è per la presunta promozione dell’obesità o per uno stile di vita poco sano, bensì ha a che fare con l’accettazione delle persone non conformi, che semplicemente esistono,” afferma Sara.
“Le persone che mi vengono a commentare ‘promuovi l’obesità’ o ‘dovresti dimagrire’ non sono preoccupate per la mia salute, perché non mi conoscono, non conoscono minimamente la mia storia, onestamente non credo abbiano nemmeno le conoscenze scientifiche per farlo, o perché vogliono educare il prossimo ad avere uno stile di vita sano. Anche in questo caso, dovremmo aver superato il concetto di forma uguale a salute.” Sara attacca l’idea che l’aspetto fisico di una persona sia un indicatore affidabile del suo stato di salute o del suo valore morale. È un richiamo alla necessità di una comprensione più profonda e empatica delle esperienze altrui. “Le persone mi scrivono commenti cattivi perché non sopportano che io, persona grassa, ritenuta socialmente debole e inferiore, esista e sia pure felice nell’esistere. Perché la verità è che a voi va bene convivere con delle persone grasse che però si reputano deboli, si sentono inferiori e sfigate per il loro corpo, ma non appena una ragazza grassa decide di mettersi un vestito bianco attillato che mostra i suoi grandi fianchi, allora è un sacrilegio. ‘Tu non puoi mostrarti così’. Dietro agli insulti, commenti relativi alla mia salute e auguri di arresti cardiaci, non si cela nient’altro che una grassofobia sistemica, che non vuole vedere le persone grasse emergere,” conclude Sara.

Tutte queste dichiarazioni di Sara non sono solo un’espressione del suo viaggio personale verso l’accettazione di sé, ma anche un potente richiamo all’azione per cambiare le percezioni collettive, promuovendo un ambiente più accogliente e inclusivo per tutti, indipendentemente dalla forma o dalla taglia. Questa trasformazione del dolore in potere e resistenza è al centro del messaggio che Sara continua a diffondere attraverso la sua presenza influente e ispiratrice online.

Laura San Brunone

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