The Giornaliste. Rossetto e stiletto. Sfilano sulla magnifica terrazza Civita di piazza Venezia le croniste sovraniste. Sono le ‘Giornaliste italiane’, la nuova associazione in cui si ritrovano professioniste che guardano con attenzione (e spesso passione) al centrodestra.
“È qualche anno che parliamo di creare questa associazione- spiega la cronista Mediaset Ida Molaro presentando il progetto- ci sono ancora i pregiudizi, lo abbiamo vissuto personalmente, ritratte come ‘amiche di‘, ‘fidanzate di‘. Da certa intellighenzia, certa carta stampata, si è parlato di noi anche da Fazio, l’abbiamo invitato per farci conoscere, ma non ha risposto all’invito”. Sulla terrazza con vista su piazza Venezia, ieri sera, sono arrivate in tante, eleganti, con tacchi alti. Si vede il Vittoriano. Il balcone, quel balcone lì, non si vede. Sarebbe troppo facile.
La regista dell’operazione è Giovanna Ianniello, responsabile della comunicazione della premier Giorgia Meloni. Sebbene dal palco dicano che “servono riforme vere, non introdurre parole come ‘direttora’. E in ogni caso i nostri riferimenti sono Giorgia Meloni ed Elly Schlein”, all’appello hanno risposte molte croniste vicine al centrodestra. Giornaliste televisive come Manuela Moreno, Federica Corsini e Antonietta Spadorcia del Tg2; Hoara Borselli di Libero e Federica Frangi di Stampa Romana (responsabile dei rapporti con le tv di Palazzo Chigi per un breve tempo). C’è Silvia Cirocchi, portavoce al ministero della Protezione civile e del mare Nello Musumeci. Presente anche Rita Lofano, direttrice dell’Agi, l’agenzia di stampa dell’Eni su cui ha messo gli occhi Antonio Angelucci, deputato leghista e soprattutto editore di Libero e Il Giornale. “Io non ne so niente”, giura il ministro Gennaro Sangiuliano, interpellato sulla possibile acquisizione. È venuto a salutare, come Musumeci e la collega Eugenia Roccella. “È importante che ci sia nel mondo del giornalismo una maggiore visibilità di opinioni, tendenze, correnti culturali diverse”, sottolinea la ministra della Famiglia.
C’è anche un po’ di politica. Maurizio Gasparri, Alberto Barachini, Paolo Emilio Russo. Onorevoli col tesserino da giornalista. Abbondano i volti della tv pubblica. C’è il segretario di UniRai Francesco Palese che si spazientisce un po’ quando lo tengono per qualche minuto alla porta perché manca l’accredito, “ma a me m’hanno invitato…”. È il sindacato di giornalisti nato a viale Mazzini in contrapposizione a UsigRai. Anche le Giornaliste italiane si posizionano in questa scia. Benedette dai direttori che passano per uno spritz in terrazza: c’è Paolo Petrecca di Rainews, il capo del day time Angelo Mellone e il direttore dell’approfondimento Paolo Corsini, già messo in croce per aver detto “noi di Fratelli d’Italia” ad Atreju.
Plasticamente dimostrano che nei posti di comando sono tutti uomini. A questo proposito, per l’occasione, è stata presentata una ricerca di SocialCom sul divario di genere nella professione giornalistica, da cui emerge che su 38 direzioni di testate giornalistiche prese in esame (tra giornali, periodici, tg e radio) 32 sono ricoperte da uomini e solo 6 da donne.
Prima del buffet, sotto un cielo azzurro e un sole caldo che battezza la primavera, ci si saluta con un ricordo da portare a casa. “Abbiamo pensato a un gadget speciale per ricordare questa giornata– dice una delle promotrici- un rossetto rossissimo. Rosso rosso rosso e molto persistente, attenzione quando lo usate. È un oggetto che sta in tutte le borse ed è anche un oggetto che parla della nostra femminilità. Non la classica penna, mi spiace per gli uomini, ma questo rossetto non lo avrete mai”.
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