Villa Velo Zabeo è una villa di origini cinquecentesche commissionata dai conti Velo, nobile e potente famiglia del luogo, nei pressi di un’antica fortezza medioevale i cui resti sono ancora visibili su di una vicina altura.
Il complesso monumentale fu costruito per volere del conte Girolamo di Velo nel 1752. Si tratta di un insieme di manufatti, costituito da tre corpi di fabbrica che presentano caratterizzazioni diversificate ma coerenti fra loro e che costituiscono un unicum architettonico eccezionale, ulteriormente arricchito da un apparato verde di grande effetto: il giardino storico e il parco secolare con la peschiera; la massiccia costruzione di origine quattrocentesca; la lunga ala settecentesca addossata a ovest con retrostante giardino all’italiana; il portico con colombara che conclude il cortile. A questi si aggiunge la cappella gentilizia, posta prima dell’ingresso e decorata da pregevoli sculture della scuola del Marinali.

Nell’ampio cortile, al centro troviamo la colonna egiziana, spezzata di porfido, trasportata dalle Terme di Caracalla, da Egidio di Velo Girolamo ad abbellire il parco. Quest’ultima resa famosa grazie alla descrizione che il grande romanziere vicentino Antonio Fogazzaro fece nel suo romanzo “Daniele Cortis”.
La parte che unisce l’antico palazzo e il rustico è stata realizzata nella metà del Settecento. La facciata è lunga ben 43 metri: un’ampia e solenne scalinata fa da proemio alla porta centinata d’ingresso, completa di frontone sommitale. Ai lati fanno da contrappunto al portale d’ingresso due eleganti “serliane” dotate di balconata con pilastrini. All’interno il visitatore ha subito l’impressione della sontuosità dell’ambiente, specialmente per gli stucchi e gli affreschi delle pareti del salone centrale, con scene delle epopee napoleoniche, realizzati da Giobatta Canal.

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