“La scelta libera delle donne non dovrebbe limitare l’obiezione dei medici obiettori”, cioè quelli che rifiutano di praticare l’interruzione volontaria di gravidanza. Circostanza in cui la donna, “alla luce delle sue criticità caratteriali ed emotive” e in un momento di “spaesamento e sbandamento“, dev’essere affiancata da qualcuno “più lucido ed esperto”. Queste le tesi di un consigliere comunale di Fdi a Bologna, Fabio Brinati, che affronta l’argomento prendendo spunto dalle polemiche scoppiate per l’annunciata (e poi annullata) presentazione in città del libro “Contro l’aborto” di Mario Adinolfi.
“La scelta libera delle donne non dovrebbe limitare l’obiezione dei medici obiettori. Penso- scrive il meloniano- che ci debba essere da parte del mondo femminista un maggior rispetto per la cultura, il credo e le scelte degli altri”.
Questo “non toglie che si debba difendere la legge 194 ma nella sua interezza– prosegue Brinati- e che si debba supportare anche la prima parte della stessa, come detto da tempo dalla nostra leader ora primo ministro Giorgia Meloni, per rendere quella libertà di cui parla il mondo femminista più forte e concreta”. L’autodeterminazione di una scelta di questo tipo “deve essere supportata in primis da un sistema socio sanitario che metta realmente la donna nelle condizioni di essere veramente libera di scegliere senza condizionamenti di alcun tipo- continua la nota- non solo da parte di terzi ed esterni, ma da parte di quei condizionamenti e fragilità economiche e non ultime di tipo psicologico che potrebbero portare la donna a pentirsi più avanti della scelta fatta in un momento molto particolare della sua vita”.
Continua il consigliere di Fdi: “Il supporto di figure specialistiche, di psichiatri e psicologi dovrebbe essere assicurato in tutti i consultori e ambiti dove si affrontano queste problematiche ogni giorno, come dice la legge stessa. Non è sempre così in molti consultori e ambiti dedicati”. L’assicurare la presenza di queste figure specialistiche “esula dal voler condizionare in alcun modo la libera scelta della donna. Questo la sinistra deve riconoscere e soprattutto proprio quel mondo femminista che adesso si indigna per una presentazione di un libro contro l’aborto”, scrive Brinati.
Bisogna “tutelare e sviluppare” quella prima parte della norma “per aiutare la realizzazione piena della legge a tutela della donna. Certe figure sanitarie previste dalla legge- va avanti l’esponente di Fdi- sono importanti proprio per valutare la paziente nel suo insieme e supportarla da subito nella valutazione di quello che le sta capitando e quelle che saranno le conseguenze delle sue scelte per la sua persona alla luce delle sue criticità caratteriali ed emotive”. Questo vuol dire “difendere la scelta libera e consapevole di una donna che deve essere aiutata e supportata prima di compiere questo importante atto da chi, più lucido ed esperto– scrive Brinati- può essere messo accanto a lei in un ambiente dedicato in un momento di spaesamento e sbandamento come quello di cui stiamo parlando. Spesso ci si dimentica delle difficoltà di queste donne dopo la scelta dell’aborto”. Questa, chiosa il consigliere comunale bolognese, “è la reale forza di una legge completa che qualcuno vuole vedere solo in parte”.