Il mercato del lavoro è in stallo, con un calo del 17% e a farne le spese maggiori sono i lavoratori stagionali e le donne.
Elena Donazzan, assessore regionale al Lavoro, ha commentato i dati della Bussola di Veneto Lavoro relativi ai primi tre mesi del 2021.
“Il mercato del lavoro si conferma ingessato: in questa fase di incertezza le aziende, tuttora coperte da cassa integrazione e bloccate dal divieto di licenziamento, al di là di specificità territoriali e di differenze, rimangono in una situazione di stallo, voluto o forzato che sia. Tutto il peso della crisi si è invece scaricato sul lavoro stagionale, al quale si è fatto limitato ricorso nell’ultimo anno”.
Nonostante un saldo trimestrale positivo, come sempre accade in questo periodo dell’anno, tra gennaio e marzo si è registrato un calo delle assunzioni del 17% rispetto allo stesso periodo del 2020 e del 31% rispetto al 2019. Il saldo tra assunzioni e cessazioni nel primo trimestre del 2021 è stato pari a più 29.000 posizioni lavorative, rispetto alle più 18.000 registrate nello stesso periodo del 2020 e alle 44.500 del 2019.
La flessione della domanda di lavoro si mantiene particolarmente significativa nelle province a maggiore vocazione turistica, quali Venezia e Verona, che perdono rispettivamente il 38% e il 17% delle assunzioni rispetto allo scorso anno. I settori più in difficoltà si confermano quelli tuttora soggetti a restrizioni: servizi turistici, ricettività, ristorazione (-60% rispetto al 2020 e -75% rispetto al 2019), commercio (-23%), editoria e attività culturali (-15%).
“Oltre a questi numeri bisogna tenere conto di tutti i lavoratori in cassa integrazione, che attualmente risultano formalmente occupati ma il cui futuro rimane in bilico, e i licenziamenti che avremmo dovuto attenderci come di norma durante l’anno ma che quest’anno sono stati congelati dal divieto di licenziamento”, ha sottolineato Elena Donazzan.
Il mercato del lavoro regionale rimane tuttavia condizionato dalle misure di tutela dell’occupazione ancora in vigore (ampio ricorso alla cassa integrazione e divieto di licenziamento), che contribuiscono ulteriormente a spiegare il calo della disoccupazione. Nei primi tre mesi dell’anno ai Centri per l’impiego del Veneto sono state presentate 25.800 dichiarazioni di immediata disponibilità, il 12% in meno rispetto allo stesso periodo del 2020. Le donne rappresentano oltre la metà dei nuovi disoccupati (55%), gli stranieri mantengono la loro presenza attorno al 26% del totale, mentre cresce il peso dei giovani, che valgono il 35% dei flussi totali.
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