Dal ‘dispenser’ al ‘dispensatore’. Fratelli d’Italia porta avanti la sua battaglia contro gli inglesismi e le parole straniere in generale. Fabio Rampelli, presidente di turno a Montecitorio, sfodera tutto il suo orgoglio ‘tricolore’ durante una seduta dell’Assemblea. Mentre sono in corso operazioni di voto per l’elezione di due segretari di presidenza, l’esponente di Fratelli d’Italia corregge la formula di rito con cui si invitano i deputati a sanificare le mani con il dispenser, prima di ricevere la scheda di votazione e prendere la matita per entrare nella cabina di voto allestita nell’emiciclo. Per “dispenser’ ha sottolineato il vice presidente di Montecitorio in quota Fdi, “si intende dispensatore”, ossia il flacone contenete il liquido igienizzante.

Sui social Rampelli ha poi diffuso il video, con un post titolato: “Dal dispenser al ‘dispensatore’ (di consigli di lingua italiana). Sulla sua pagina Facebook si legge: “Alla Camera dei deputati italiana si parla italiano. Non dovrebbe essere una novità! Eppure si fa fatica anche qui. Prosegue la battaglia sull’utilizzo della nostra lingua al posto dell’inglese. Nuova legislatura, vecchi vizi. Non si capisce perché il dosatore di liquido igienizzante per le mani debba essere chiamato ‘dispenser‘”.

E Calenda da buon re dei social non ha atteso neanche un minuto per pungere col veleno: “Ammazza Fabio grande traguardo! Decisivo per famiglie e imprese. Dopo che hai cambiato nome al dispenser ti tocca cambiare anche Made in Italy. Una cosa tipo: fatto in Italia. Oppure ancora meglio: siamo parecchio fatti in Italia. Che descrive bene anche le vaccate che scrivete”.

Rampelli: “Non mi aspetto che possa capire”

La controreplica di Rampelli è altrettanto avvelenata: “Certo da un parlamentare della Repubblica che usa termini così raffinati non mi aspetto che possa capire. Aggiungerei per restare in sintonia con volgarità insulse e banali che ‘con la cultura nun se magna’…”. E se non fosse chiaro aggiunge: “Peccato che i forestierismi in uso nella nostra lingua sono un’emergenza culturale di cui tutti parlano, comprese l’Accademia della Crusca e l’Accademia dei Lincei. Peccato che l’identità italiana faccia Pil, peccato che la democrazia preveda che tutti i cittadini debbano saper leggere e capire l’idioma delle istituzioni, compresi quelli non istruiti. Tutte vaccate?”.

Agenzia Dire

DiRE TV – Dispenser o dispensatore? La battaglia di Rampelli alla Camera: “Si parla italiano”

 

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