Per quelle sue parole pronunciate in un salotto tv quasi un mese (quei “ragazzotti, non si può dire neri, bisogna dire di colore adesso, forse alle donne piacciono perchè hanno magari un’altra dote sotto, dai”), consigliere regionale del Veneto, Fabiano Barbisan, eletto nella lista Zaia è stato espulso dalla Lega e ora potrebbe rientrare nel Carroccio “se dessi atto ‘pubblicamente dell’errore commesso, ad esempio presentando una mozione contro la violenza sulle donne o altre iniziative simili'”. Ma lui stavolta tiene il punto. “Già mi ero scusato con quelle donne che si erano sentite offese. Poi sono rimasto in silenzio, fino ad ora, solo per espressa richiesta di alcuni appartenenti di un partito di cui ora però non sono più partecipe”, racconta in una nota Barbisan. E ora non crede di dover rimendiare ancora con un atto formale ‘riparatore’. Anche perchè c’è già carta che ‘canta’: “Leggo che un mio ravvedimento dovrebbe passare attraverso una serie di iniziative che invece, già da anni, assumo- dice Barbisan- ricordo la risoluzione che reca la mia firma, di ottobre 2022, per manifestare solidarietà e vicinanza alle donne dell’Iran, nell’ambito di una collaborazione personale con l’Associazione democratica degli iraniani di Venezia. I miei post parlano di lotta alla surrogazione di maternità perché contraria al diritto delle donne ad essere qualcosa di più di un utero in affitto; di partecipazione ad eventi contro la violenza sulle donne, che da emergenza sta diventando un fenomeno sociale”. Nel suo territorio, rivendica di aver “ottenuto la riapertura del Punto nascite e del centro per la fertilità per aiutare le donne che lo desiderano a diventare madri. Chi mi conosce e mi sostiene sa bene che sono stato presentato per ciò che non sono e sa cosa ho fatto”.

Del suo impegno a favore delle donne, sanno “anche le donne che ho sostenuto sul piano politico a tutti i livelli, nel corso di questi anni. Evidentemente solo il giovane politico non lo sapeva”, dice Barbisan riferendosi al “giovane esponente di partito” che “ha colto l’occasione” dell”incidente diplomatico’ in tv per aprire la strada alla sua espulsione. Che fu decretata a stretto giro dal segretario veneto della Lega Alberto Stefani. Ormai i rapporti sono compromessi, “buon lavoro a quanti rimarranno nella Lega- conclude Barbisan- io proseguirò a fare ciò che ho sempre fatto, a modo mio. Riprendendomi la mia autonomia di azione e la mia libertà di parola”. Con una postilla sul caso che ha originato il tutto. “La questione in fondo è semplice- spiega il consigliere regionale- e molto prevedibile: partecipo ad una trasmissione in cui si affronta un problema su cui ho sempre assunto una posizione chiara: i flussi di migranti ormai fuori controllo che importano modelli culturali a mio avviso pericolosi, soprattutto per le donne. Ho fatto una battuta usando un banale luogo comune, come ce ne sono molti rispetto ai veneti e anche rispetto ai leghisti. La mia interlocutrice aveva sorriso alla battuta. Un giornalista ha drammatizzato la battuta spostando l’attenzione dal vero problema. Un giovane esponente di partito ha colto l’occasione”

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