Veneto terra di studiosi? Pare di sì. Rispetto alla media nazionale che si assesta sul 17% infatti, gli studenti veneti che decidono di abbandonare prematuramente la scuola rappresentano solo il 10% del totale.

Dal 2004 al 2013 la percentuale di giovani che ha deciso di dire ‘basta’ a libri ed esami è passata dal  18,1 al 10,3% e in tutta Italia è  un dato da primato.

 

Il dato è evidenziato da Marino Zorzato, vicepresidente della giunta veneta, che ha commentato con un pizzico di orgoglio: ““Le statistiche ci dicono che una buona istruzione rappresenta uno strumento importante in un mercato del lavoro instabile. Livelli più elevati di scolarizzazione sono associati a minor rischio di disoccupazione e quindi minore probabilità di esclusione sociale. E’ fondamentale – ha sottolineato – la capacità della scuola di aiutare i ragazzi a riconoscere le proprie inclinazioni, a scegliere i percorsi di studio e di lavoro più vicini alle proprie attitudini. Questo serve a contenere anche la dispersione scolastica”.

Con un target europeo fissato al 10% entro il 2020, in termini di formazione scolastica il  Veneto si posiziona quindi già in pole position con un obiettivo già centrato in pieno. Se si considera il resto dell’Italia, che soffre di una percentuale di insuccessi scolastici (abbandoni prematura delle classi) decisamente più alta, il target nazionale da raggiungere entro il 2020 è il 16%. “Target più che raggiunto in Veneto”, ha concluso Zorzato.

 

A.Bia

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