Vi ricordate la sparata di Oliviero Toscani, il fotografo che l’anno scorso diede degli “ubriaconi” ai Veneti? Ebbene dopo una lunga prassi processuale la Suprema Corte di Cassazione ha scagionato l’imputato, denunciato da alcuni privati per diffamazione, in quanto “ha rivolto affermazioni generiche, pertanto non riferite a persone specifiche”.
Il polverone si sollevò ad inizio 2015 quando Toscani, durante una trasmissione radiofonica, definì i veneti “Un popolo di ubriaconi, alcolizzati atavici, i nonni, i padri, le madri: poveretti i veneti, non è colpa loro se uno nasce in quel posto, è un destino. Basta sentire l’accento veneto: è da ubriachi, da alcolizzati”. Parole forti che hanno toccato nel profondo l’orgoglio dell’intera regione, tanto che lo stesso Presidente Luca Zaia intimò al fotografo di scusarsi con i cinque milioni di veneti, invitandolo poi a “tacere prima di parlare”, come recita un famoso proverbio nostrano.
La vicenda non filò via liscia dato che quattro privati, Giancarla C., Marco B., Luca M. e Riccardo G, denunciarono Toscani per diffamazione e incitamento all’odio razziale.
Ieri quindi alla fine di tutto il percorso giudiziario la Cassazione con il verdetto 24065 della Quinta sezione penale ha assolto l’autore della uscita spiacevole, in quanto “Toscani, nel definire i ‘veneti ubriaconi e alcolizzati’ ha fatto affermazioni del tutto generiche, indubbiamente caratterizzate da preconcetti e luoghi comuni (con riferimento alle asserite caratteristiche di abitanti in una determinata zona del territorio nazionale) ma prive di specifica connessione con l’operato e la figura di soggetti determinati o determinabili”. Pertanto non considerabili diffamatorie.