“I rincari record per elettricità e gas sono insostenibili e arrivano in un momento in cui, più che mai, le famiglie avrebbero bisogno di aiuto”.

E’ forte la denuncia di Coldiretti Vicenza, che commenta così il rincaro “del 12% per l’elettricità e del 21% per il gas, in vigore dal 1 luglio”.

Secondo i rappresentanti provinciali vicentini della categoria, a farne le spese sono ancora una volta i cittadini e le imprese, con la conseguenza che questo incremento di costi rende più onerosa la produzione in un momento difficile per il Paese.

“In un momento storico particolare e complesso, come quello che il nostro paese sta attraversando, l’aumento delle tariffe relative ai servizi essenziali non ci voleva proprio – ha commentato Coldiretti –Questo atteggiamento nei confronti dei cittadini denota una sostanziale mancanza di attenzione e sensibilità nei confronti della persona, delle famiglie e, naturalmente, delle imprese, della parte buona e produttiva del Paese”.

La stima di Nomisma sull’aumento delle bollette, che dal primo luglio dovrebbero subire rincari record del 12% per l’elettricità e del 21% per il gas, è senza dubbio insostenibile. L’aumento della spesa per l’energia elettrica ha un doppio effetto negativo, perché riduce il potere di acquisto dei cittadini e delle famiglie, ma aumenta anche i costi delle imprese. Si tratta di oneri particolarmente rilevanti per l’agroalimentare, con l’arrivo dell’estate, che riguardano i servizi di refrigerazione degli alimenti, ma anche il raffrescamento di stalle e locali di lavoro, oltre al funzionamento di linee di produzione e macchinari per la mungitura.

“Una situazione di difficoltà che si somma ai pesanti rincari delle materie prime per l’alimentazione degli animali – ha concluso Coldiretti Vicenza – con il mais che registra il maggior incremento del decennio con +74% annuo, mentre la soia ha raggiunto il picco da quasi sette anni con +77% secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei contratti future nei listini del Chicago Bord of Trade (CBOT). Nell’immediato occorre garantire la sostenibilità finanziaria delle stalle affinché i prezzi riconosciuti per latte e carne non scendano sotto i costi di produzioni ma sono necessari interventi strutturali per ridurre la dipendenza dall’estero anche utilizzando le risorse del recovery plan”.

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