Più ‘vivace’ rispetto agli scorsi anni, con due nuovi virus, l’influenza quest’anno costringerà a letto fino a 6 milioni di italiani. E’ l’identikit della nuova stagione influenzale tracciato oggi dagli esperti riuniti a Milano nel corso di un incontro organizzato da Anifa (Associazione nazionale dell’industria farmaceutica dell’automedicazione).

 

“Quest’anno la stagione influenzale sarà caratterizzata da tre virus che determineranno da 4 a 6 milioni di casi in funzione anche dell’andamento delle temperature”, prevede Fabrizio Pregliasco, ricercatore del Dipartimento di scienze biomediche per la salute dell’Università degli Studi di Milano. “Oltre al virus A 2010/11 A/California/7/2009 (H1N1) dell’influenza suina, già presente lo scorso anno e che non è mutato molto, avremo due nuove varianti antigeniche: A/Victoria di sottotipo A (H3N2) e il virus B/Wisconsin. Tuttavia gli italiani potranno essere colpiti da altri innumerevoli virus parainfluenzali o simil-influenzali, che provocano infezioni del tratto respiratorio molto simili a quelli di un’influenza, anche se meno severi”.

Secondo un’indagine commissionata da Anifa su un campione di italiani tra i 15 e i 64 anni, i sintomi più riconosciuti dell’influenza sono: mal di gola (51,5%), febbre (51,2%), congestione delle vie aeree (40,8%), spossatezza e brividi di freddo (39%), dolori muscolari (38%), tosse (26%), e mal di testa (24%). E in caso di influenza il 43% degli intervistati non va al lavoro, quasi il 25% degli italiani si astiene dalle coccole con il proprio partner.

Ma quando si tratta di vera influenza e quando invece ci troviamo di fronte a sindromi respiratorie acute e quindi a forme simil-influenzali?“I sintomi dell’influenza – spiega Aurelio Sessa, medico di medicina generale e presidente regionale Simg Lombardia – pur variando annualmente le caratteristiche antigeniche dei virus circolanti, sono sempre gli stessi perché sono quelli che permettono ai medici di fare diagnosi: la contemporanea presenza di febbre superiore a 38.5 gradi C a insorgenza repentina, accompagnata da un sintomo respiratorio (tosse, scolo nasale, mal di gola) e da un sintomo sistemico (dolori muscolari e/o articolari, stanchezza, mal di testa)”. (adnkronos)

 

 

“E’ questa la triade che permette di fare diagnosi di influenza clinica. Tutto ciò che non si presenta contemporaneamente – aggiunge – è probabilmente una sindrome respiratoria acuta causata da tutti i virus respiratori e da batteri che non sono i virus dell’influenza”. Sia che si tratti di vera influenza piuttosto che in presenza di infezioni respiratorie, di fronte ai sintomi sopra citati, i rimedi a cui la maggioranza degli italiani (60%) si affida principalmente sono i farmaci di automedicazione, i cosiddetti farmaci da banco, acquistabili cioè senza obbligo di ricetta medica e riconoscibili per il caratteristico bollino rosso sulla confezione: antifebbrili, antinfiammatori, sciroppi contro la tosse, antistaminici, eccetera.

 

 

Sono le donne, in particolare, a ricorrere più spesso degli uomini ai farmaci di automedicazione (62% contro 57,6%) mentre i più ‘maturi’ decidono di prevenire per tempo la malattia tramite il vaccino anti-influenzale, da utilizzare in maniera complementare ai farmaci di automedicazione. Molto gettonati anche i vecchi antichi rimedi della nonna – brodo caldo, vino cotto, latte con miele, tisane e the – a cui si affida oltre il 30% degli italiani. Quando si ha l’influenza le abitudini di vita cambiano: il 52,5% degli intervistati dichiara di limitare i propri spostamenti, il 42,3% non si reca al lavoro (scuola/università) e il 36% non esce di casa per nessun motivo. E non è tutto: l’influenza tocca anche la sfera più intima della vita di coppia: quasi il 25% degli italiani si astiene dalle coccole con il proprio partner.

 

 

“Alcuni comportamenti – spiega Pregliasco – vanno sicuramente rispettati, altri rischiano di diventare invece falsi miti e non ci mettono di certo al riparo dall’influenza”. Le coccole? “Salvo per il rischio di trasmettere l’infezione al partner, fanno bene poiché aumentano le endorfine (sostanze chimiche prodotte dal cervello e dotate di una potente attività analgesica ed eccitante) che riducono la sintomatologia e permettono il rilascio di citochine pro-infiammatorie, proteine che aumentano la risposta immunitaria”.

 

 

Gli esperti ricordano che per risolvere la stragrande maggioranza delle infezioni è determinante una automedicazione responsabile: seguire l’andamento della malattia senza azzerarne i sintomi e consultare il medico se le cose non migliorano entro 4-5 giorni, attenersi alle istruzioni del foglietto illustrativo (che indica modi, tempi e dosi di impiego), conservare le confezioni conformemente alle istruzioni d’uso, controllare la data di scadenza e tenere i farmaci sempre fuori dalla portata dei bambini.

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