dicembre è morto a Parigi PVenetissimo, nato a San Biagio di Callalta in provincia di Treviso. Il suo vero nome era Pietro Costante Cardin, ma il mondo intero lo ha conosciuto come Pierre Cardin, pronunciato con quel tono francese che per un veneto nato a cavallo delle due guerre era segno di stile. Martedì 29 dicembre si è spento a Parigi, in quella città che lo aveva adottato e reso grande.

Uno stilista innovatore e visionario, che studiò da Christian Dior e da Elsa Schiaparelli, suo il ‘bubble dress’, con la gonna a palloncino che conquistò il mondo.

Vestì i Beatles e inventò il pret-à-porter, la moda elegante accessibile a tutti e nel 1959 fu il primo couturier a lanciare la moda pronta in una collezione in vendita ai grandi magazzini Printemps a Parigi.

Sua la collezione ‘Space Age’ ispirata allo spazio, nell’epoca della corsa alla luna, con abiti bianchi e forme geometriche. Suoi gli abiti cut-out ossia con i tagli, le aderentissime tute catsuit lavorate a maglia, i pantaloni di pelle attillati e i maglioni con le maniche a pipistrello. Già in quegli anni Cardin cominciò la conversione di ciò che la moda sarebbe stata nel futuro, a cominciare dall’unisex con gli abiti che prescindono il genere sessuale, davvero una rivoluzione per i tempi in cui la moda femminile era esaltazione di forme. Per l’uomo introdusse le giacche da completo senza collo, l’abito ‘cilindro’ senza colletto che ispirò il primo look dei Beatles. Ed è sua persino l’invenzione dei pantaloni a sigaretta che dagli anni ’60 sono ancora attuali. E’ stato anche il primo a portare la minigonna in una passerella di moda e fece scandalo nel ’66 con la sua gonna sexy stretta e con spacco. Nello stesso anno fu il primo a lanciare una collezione moda per bambini. Nel 1968 ricamò luci su un abito indossato per la prima volta da Maryse Gaspard, la sua musa: era l’invenzione di un abito cinetico davvero mai visto prima nella moda.

Per anni Pierre Cardin è stato ignorato dal mondo della moda, troppe licenze, troppi affari globali, ma è del 1980 al Metropolitan di New York la prima di molte retrospettive (la più recente un anno fa sempre a NY), un modo per rivalutare la sua audace, pionieristica visione.

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