Sono 852 i lavoratori veneti che hanno perso il lavoro dopo lo sblocco dei licenziamenti ed il dato riguarda 467 aziende.

Continuano però i segnali di miglioramento nel mondo del lavoro veneto, con assunzioni in crescita da agosto ed il superamento dei livelli del 2019. Sale del 6% l’occupazione femminile, ma per i giovani la crescita è più bassa della media.

Secondo i dati della Bussola di Veneto Lavoro, le assunzioni fanno registrare volumi simili e addirittura superiori a quelli di due anni fa (34.900 contro 33.300), con una crescita pari al 5% e diffusa alle principali tipologie contrattuali di lavoro dipendente: il tempo indeterminato segna infatti un incremento pari al +2%, +3% per l’apprendistato e +6% per il tempo determinato, che continua quindi a crescere dopo le difficoltà riscontrate nella fase più acuta della crisi, anche se in maniera meno evidente in questo mese di piena estate.

“Nonostante in genere agosto sia un mese tradizionalmente statico sul fronte occupazionale abbiamo osservato segnali incoraggianti del mercato del lavoro regionale, soprattutto per quanto riguarda la domanda di lavoro, che ormai da alcuni mesi è tornata sui livelli di due anni fa – ha commentato l’assessore regionale al Lavoro Elena Donazzan – Inoltre anche i numeri di agosto sembrano confermare lo scarso impatto sui livelli occupazionali in Veneto dello sblocco dei licenziamenti in vigore dal 1 luglio. I dati raccolti ad oggi lasciano presagire segnali di preoccupazione e sono in linea, se non addirittura inferiori, a quelli del 2019”.

Segnali positivi si registrano per l’occupazione femminile (+6%), mentre la crescita, pur presente, nelle assunzioni dei giovani è minore rispetto a quella delle altre classi di età (+2% rispetto a +7%).

“Si tratta di numeri che indicano la ripartenza del settore del turismo – ha analizzato l’assessore –  Dati che andranno verificati e confermati nei prossimi mesi per capire esattamente com’è la situazione di uno dei settori più strategici della nostra economia”.

Il turismo, infatti, continua a beneficiare dell’effetto riaperture di inizio stagione e a recuperare i volumi di assunzione venuti a mancare nei mesi precedenti. Negli ultimi quattro mesi il saldo occupazionale del settore è addirittura superiore a quello di due anni fa. Migliora di conseguenza anche il bilancio occupazionale dell’intero 2021, che per quanto riguarda i servizi turistici fa segnare un aumento di 37.600 posti di lavoro rispetto ai 38mila in più di due anni fa. Tendenza analoga per il commercio.

Nonostante la lieve flessione registrata ad agosto, fisiologica in questo periodo dell’anno e comunque più limitata rispetto a due anni fa, i posti di lavoro dipendente guadagnati da inizio anno sono complessivamente 71.500, un valore ormai prossimo a quello del 2019 (+77.000). Il saldo parziale del 2021 è positivo in tutte le province e, grazie soprattutto all’andamento dei mesi estivi, la flessione delle assunzioni rispetto al periodo pre-Covid continua a ridursi ed è ora compresa tra il -3% di Rovigo e il -27% di Venezia, con valori in miglioramento quasi ovunque nel mese di agosto.

Anche ad agosto lo sblocco dei licenziamenti, in vigore dal 1 luglio, non sembra aver provocato particolari smottamenti sui livelli occupazionali in regione: i lavoratori interessati sono stati 182, il 58% in meno rispetto al 2019, con 122 imprese coinvolte (erano state 210). Complessivamente dopo lo sblocco hanno perso il lavoro causa licenziamento 852 lavoratori dipendenti di 467 aziende.

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