“Rimango sempre un po’ sbalordita che ci sia qualcuno che ancora oggi mi augura la morte. Perché avendo io 91 anni, penso che abbiano poca pazienza”. Così la senatrice a vita Liliana Segre, cittadina onoraria di Schio,  commenta le minacce ricevute di recente. Lo fa intervenendo in videocollegamento dalla sua abitazione di Milano con Reggio Emilia, città che le ha conferito la cittadinanza onoraria (come deciso dal Consiglio comunale lo scorso 18 ottobre) e un dottorato honoris causa dell’università. “Qualunque cosa venga fatta o detta, c’è sempre qualcuno che ti augura il peggio, che ti critica – aggiunge Segre – assistiamo a questa specie di gioco al massacro, da cui pochissimi sono esclusi”.

Invece, chiosa la parlamentare, “si salvano alcuni che magari meriterebbero di avere una piccola critica laddove si ergono muri o si rimandano al mittente persone che cercano solo asilo. E magari vengono messe alla berlina persone che cercano di fare del bene”. In particolare a Segre, sopravvissuta all’Olocausto, l’ateneo reggiano-modenese ha conferito il titolo di dottore di ricerca “in Reggio Childhood studies”, percorso promosso dal dipartimento di Educazione e Scienze Umane che racchiude l’esperienza del padagogista Loris Malaguzzi. Carla Rinaldi, presidente della Fondazione Reggio Children, ha definito la senatrice a vita “una bambina che pur così negata e sola nel suo apprendistato per la sopravvivenza è diventata un occhio e un registratore infallibili e ha saputo rivolgere la sua esperienza al bene di noi tutti”.

La decisione delle istituzioni di Reggio Emilia, per il ministro dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa, “rimarca i principi fondativi della democrazia, ma soprattutto trasmette ai giovani il valore assoluto della lotta e del contrasto ad ogni forma di antisemitismo, razzismo e intolleranza. Perché dimenticare non è possibile. Il passato lo si può interpretare e comprendere ma non si cancella”. Nel “duplice riconoscimento di oggi alla senatrice Lilliana Segre – aggiunge il ministro – c’è inoltre il segnale di tenere insieme l’impegno civile e la proposta educativa, culturale e formativa che sono due pilastri della democrazia”.

Il sindaco di Reggio Luca Vecchi ricorda che la città “ha sempre voluto investire nella memoria e lo ha fatto con determinazione e costanza insieme alle sue scuole portando in circa dieci anni oltre 15mila studenti nei luoghi della memoria“. Reggio, sottolinea poi il primo cittadino, “sceglie oggi di legare la sua storia alla biografia di una donna straordinaria che ha più volte ricordato come la memoria sia vaccino prezioso contro l’indifferenza e ci aiuta – in un mondo così pieno di ingiustizie e sofferenze – a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare”.

La “comunità emiliano-romagnola si unisce a quella di Reggio nell’omaggio a questa donna esemplare e generosa che ha messo il proprio dolorosissimo vissuto al servizio della collettività, della memoria e della consapevolezza democratica e lo ha sempre fatto con un’attenzione alle nuove generazioni davvero meritoria”, il commento della consigliera regionale del Pd Roberta Mori, che ha rappresentato l’Assemblea legislativa alla cerimonia.

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